Un successo enorme: 20 mila lavoratori provenienti da tutta Italia hanno manifestato a Roma per difendere l’occupazione, il lavoro e per rilanciare il futuro dell’industria dell’auto in Italia e in Europa. Grandissima anche l’adesione allo sciopero nazionale del settore automotive indetto da Fim, Fiom, Uilm, con l’obiettivo di “Cambiare marcia e accelerare verso un futuro più giusto”.
Di seguito i primi dati parziali di partecipazione allo sciopero rilevati in alcune aziende: il 100% alla Lear di Grugliasco, alla Industria Italiana Autobus di Bologna e Flumeri (Avellino), alla Marelli di Caivano (Napoli), alla Maserati di Modena, negli stabilimenti Stellantis di Melfi e di Pratola Serra; il 95% allo stabilimento Stellantis di Pomigliano e alla Dumarey di Pisa; oltre il 90% alla Tiberina; il 90% allo stabilimento Stellantis di Cassino e alla Marelli di Bologna; l’85% allo stabilimento Stellantis di Mirafiori; l’80% alla Bosch di Bari; il 75% alla Denso di Chieti; il 70% alla Marelli di Sulmona e alla Trigano di Siena. Infine, il 66% alla VM di Cento e il 63% allo stabilimento Stellantis di Verrone.
"La crisi del settore automotive rischia di provocare effetti devastanti per la produzione e l’occupazione – si legge in un comunicato di Fim, Fiom e Uilm –. Sono urgenti risposte da parte dell’Unione europea, del governo e di Stellantis e delle aziende della componentistica”. Per i meccanici l’Unione europea deve essere “coerente e conseguente rispetto il percorso di elettrificazione e stanzi tutte le risorse necessarie a sostenere il settore e a rendere la cosiddetta transizione sostenibile”.
Il governo, da parte sua, “deve assumersi le sue responsabilità e svolgere un ruolo decisivo. Non è più rinviabile il coinvolgimento della presidenza del Consiglio, del presidente di Stellantis John Elkann e dell’amministratore delegato Carlos Tavares, che insieme alle organizzazioni sindacali, determinino le prospettive dell’automotive nel nostro Paese, per poter dare risposte ai lavoratori degli stabilimenti Stellantis e delle aziende della componentistica”.
“Il piano industriale di Stellantis deve prevedere missioni produttive in grado di saturare tutti gli stabilimenti, nonché investimenti in ricerca e più in generale negli enti centrali e invertire la tendenza di cassa integrazione favorendo nuove assunzioni.