La comunicazione alla Fiom Cgil è arrivata mercoledì 4 dicembre: la società è stata messa in liquidazione. La Stanadyne di Castenedolo (Brescia), multinazionale statunitense (controllata dal fondo Cerberus) che sviluppa e produce pompe e iniettori per motori benzina e diesel, quindi chiuderà. La deadline è prevista per giugno 2025. E per gli oltre 100 lavoratrici e lavoratori per ora si apre un futuro tutto da definire.

I dipendenti, attualmente in contratti di solidarietà, si sono riuniti in assemblea permanente e programmato un piano articolato di scioperi, oltre al presidio della portineria e il blocco dei magazzini. Lunedì 8 si è tenuto un primo incontro tra azienda, sindacati e Confindustria, mentre giovedì 12 azienda, sindacati, istituzioni locali e Ispettorato del lavoro sono stati ricevuti dal prefetto di Brescia Andrea Polichetti.

Fiom: “Situazione complessa, serve il sostegno di tutti”

“I vertici della Stanadyne sono disposti a valutare la cessione dell'azienda”, hanno riportano il segretario generale Fiom Brescia Antonio Ghirardi e la segretaria Barbara Basile, dopo gli incontri: “Per questo motivo hanno dato mandato alla Confindustria di Brescia di esplorare un eventuale interesse a rilevare I'attività di Castenedolo”.

La Fiom sottolinea che “le trattative erano in corso, non ci aspettavamo la messa in liquidazione. La situazione è complessa, abbiamo di fronte un fondo internazionale ed è difficile capire qual è l'interlocutore per una trattativa. Serve perciò che tutte le istituzioni facciano la propria parte”.

Ghirardi e Basile sottolineano che la Stanadyne “è un'azienda sana, non ha un euro di debito e ha percepito nell'ultimo anno, per effetto dell'utilizzo degli ammortizzatori sociali che i lavoratori hanno pagato, un valore che ammonta a un milione e mezzo di euro. Non permetteremo che un fondo finanziario che detiene un asset di 62 bilioni di euro porti via i sacrifici dei lavoratori”.

I due esponenti sindacali, in conclusione, evidenziano che “si stanno sondando tutti i terreni possibili per dare continuità occupazionale allo stabilimento. I lavoratori in questo momento vedono una lucina molto flebile in fondo a un tunnel, stanno facendo tutto quello che è nel loro potere per raggiungerla. Nel frattempo stanno lavorando e, nel contempo, scioperando a scacchiera. La situazione è complessa, si protrarrà molto probabilmente per mesi, ma con il sostegno di tutti ce la potremo fare”.