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Sciopero e mobilitazione rimandati, in attesa che la promessa proroga dei contratti venga mantenuta. Con i 24 milioni di euro stanziati dal decreto legge varato ieri dal Consiglio dei ministri (in attesa di pubblicazione sulla Gazzetta ufficiale), i posti dei 1.400 somministrati impiegati negli uffici immigrazione di questure, prefetture e commissioni territoriali sono salvi. E con loro anche i servizi essenziali che forniscono, dal riconoscimento del diritto di asilo ai permessi di soggiorno, dalle procedure di emersione alle altre pratiche connesse all'immigrazione.
Una cifra che sommata ai 20 milioni già previsti per il 2022 dovrebbe essere sufficiente a garantire il prolungamento di tutti i contratti in scadenza nei prossimi giorni. Per questo Nidil Cgil, Felsa Cisl e Uiltemp, i sindacati degli atipici che stanno portando avanti la vertenza, hanno deciso di posticipare la giornata di mobilitazione e lo sciopero previsti per il 21 marzo al 25, giorno in cui scadono i primi 700 contratti dei lavoratori ex interinali.
“Un grande risultato, le nostre richieste sono state ascoltate – dichiara Andrea Borghesi, segretario generale di Nidil Cgil -. Si tratta di un segnale di forte attenzione ai problemi di questo settore, che però non risolve tutti le questioni che nell’immediato devono essere affrontate. A partire dagli atti conseguenti la decretazione, che devono essere velocissimi. I primi contratti scadono il 25, altri il 31 marzo, quindi manca pochissimo. Inoltre, ci aspettiamo che la proroga sia assicurata a tutti i lavoratori, e non solo a una parte di loro. In questo ambito non è possibile fare distinzioni, magari privilegiando gli uffici che sono più ingolfati e penalizzando quelli meno oberati”.
Tra le “Misure urgenti per contrastare gli effetti economici e umanitari della crisi ucraina” individuate dal decreto approvato il 18 marzo, ci sono anche quelle necessarie per “fare fronte alle maggiori esigenze in materia di immigrazione”. Il provvedimento riconosce infatti “la necessità di far fronte alle eccezionali esigenze determinate dal massiccio afflusso di sfollati nel territorio nazionale”, ha lo scopo di “assicurare, fino al 31 dicembre 2022, la funzionalità della Commissione nazionale per il diritto di asilo e delle commissioni e sezioni territoriali per il riconoscimento della protezione internazionale”, per questo prevede che “i contratti di prestazione di lavoro a termine, stipulati tramite agenzie di somministrazione, possono essere modificati”, e autorizza il ministero dell'Interno a utilizzare fino al 31 dicembre 2022 le prestazioni di lavoro con contratto a termine.
“Le organizzazioni sindacali, congiuntamente alle Rsa ritengono importante il risultato raggiunto – scrivono Nidil, Felsa e Uiltemp in una nota -, frutto anche della mobilitazione delle lavoratrici e dei lavoratori, e richiedono procedure applicative celeri e un confronto urgente con il ministero dell'Interno per verificare che nella fase applicativa vengano prorogati tutti i contratti di lavoro dei diversi dipartimenti”.
Il carico di lavoro degli uffici immigrazione delle questure, delle prefetture e delle commissioni territoriali, già da tempo in sofferenza, si è aggravato ulteriormente con l'arrivo dei rifugiati ucraini. Tutti i settori sono sotto pressione perché un fenomeno strutturale come quello migratorio, affrontato sempre con criteri e misure emergenziali, negli ultimi anni non ha risparmiato nessun dipartimento in nessun territorio. “Chiederemo un’interlocuzione al Ministero in tempi brevissimi anche per accertarci che non ci siano lavoratori si serie A e lavoratori di serie B – conferma Davide Franceschin, segretario nazionale Nidil -, per poi avviare una procedura di stabilizzazione per tutti i somministrati, che andrà necessariamente fatta”.