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La Filt Cgil Milano e Lombardia esprime forte preoccupazione per la situazione che si è venuta a creare in Dhl, in particolare presso la sede di Peschiera Borromeo. La decisione unilaterale dell'azienda di ridurre lo smart working dal 50% al 40% rappresenta non solo un arretramento nei diritti del personale, ma anche un palese mancato rispetto delle relazioni industriali, come si legge in un comunciato del sindacato.
Già da luglio la comunicazione della riduzione dello smart working è stata inviata unicamente a lavoratrici e lavoratori, escludendo le organizzazioni sindacali. “Da quel momento, come Filt Cgil Milano e Lombardia, abbiamo provato ad aprire un dialogo con l’azienda, trovandoci di fronte a un muro di gomma – prosegue il comunicato -. L’attuale dirigenza sembra ignorare le regole basilari delle relazioni industriali, preferendo imporre scelte unilaterali anziché confrontarsi con le rappresentanze sindacali.
Per queste ragioni, abbiamo già aperto lo stato di agitazione, con il blocco degli straordinari in tutte le sedi coinvolte. Inoltre, è previsto per il prossimo 19 dicembre un incontro decisivo con i vertici aziendali, nel quale ribadiremo con fermezza la nostra posizione: se l’azienda non ritirerà questa decisione unilaterale, proclameremo uno sciopero in due giornate del mese di dicembre”.
La decisione di depotenziare un istituto contrattuale nuovo, come quello dello smart working, introdotto nel contratto collettivo nazionale con l’ultimo rinnovo, appare come “un tentativo deliberato di limitarne l’efficacia ancor prima che possa esprimere le sue potenzialità”.
Il sindacato sottolinea che “lo smart working è uno strumento fondamentale per garantire un equilibrio tra tempi di vita e di lavoro, obiettivo prioritario per chi lavora e per un sistema produttivo moderno. Le performance aziendali sono infatti migliorate con l’introduzione dello smart working. Ridurre questa modalità di lavoro non solo è assolutamente privo di logica, ma è anche controproducente e quasi antieconomico per un’azienda come Dhl, che, invece, sembra voler dettare regole proprie, sfruttando la flessibilità lavorativa sempre e solo a discapito delle vite delle lavoratrici e dei lavoratori”.
La decisione di ridurre lo smart working contrasta anche con la politica eco-green “più volte sbandierata dall’azienda”, perché ridurre lo smart working significa aumentare l’uso delle automobili private per raggiungere il luogo di lavoro, con evidenti ripercussioni sia su chi lavora che sull’ambiente.
La Filt Cgil Milano e Lombardia si dichiara quindi pronta a sostenere tutte le azioni necessarie per tutelare i diritti delle lavoratrici e dei lavoratori Dhl. “Se non ci sarà un cambio di rotta da parte dell'azienda – si conclude -, non esiteremo a proclamare lo sciopero e a proseguire con ulteriori mobilitazioni”.