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“Dopo l’incontro di ieri, abbiamo confermato lo sciopero generale della conoscenza, proclamato per il 17 maggio prossimo, perché il ministro Marco Bussetti non ha dato risposte esaustive in merito alle richieste della nostra piattaforma unitaria, a partire dalle risorse disponibili per il rinnovo del contratto. Sulla questione dell’autonomia differenziata, chiediamo che scuola, università e ricerca vengano escluse da tale processo e abbiamo avviato una raccolta di firme a tale proposito. L’istruzione deve rimanere un sistema nazionale e non crediamo che i problemi si risolvano con il passaggio di competenze alle singole regioni, nè che insegnanti e personale amministrativo possano essere pagati diversamente in base a dove lavorano. Temi come salario, diritto all’istruzione, stabilizzazione dei precari, riguardano l’Italia intera”. Così Francesco Sinopoli, segretario generale Flc Cgil, oggi (9 aprile) ai microfoni di RadioArticolo1.
“Parimenti, tutti i bambini che vanno a scuola sono uguali. È davvero agghiacciante che per il responsabile del Miur i figli dei migranti vengano dopo i figli degli italiani. Questo la dice lunga sulla cultura di questo governo, che in fatto d’immigrazione continua a compiere scelte da rifiutare assolutamente. Al contrario, c’è bisogno della massima integrazione possibile, soprattutto di fronte al fenomeno delle aule vuote a causa del calo demografico. E abbiamo bisogno di aumentare il tempo scuola proprio nei posti, come Mezzogiorno e le aree interne del Paese, dove c’è più dispersione scolastica. Perciò, è evidente che la politica degli organici deve essere a carattere nazionale, garantendo continuità didattica al nord e aumentando il tempo scuola a Sud. Anche per quanto riguarda il fenomeno del precariato, Bussetti ci ha risposto che verranno banditi i concorsi, ma questo non risolve il fatto che la stabilizzazione va fatta ora, altrimenti le scuole non potranno aprire a settembre”, ha rilevato il dirigente sindacale.
“Sulla preparazione dello sciopero nazionale, abbiamo già organizzato diverse possibilità, al Nord, Centro e Sud del Paese, con tutte le organizzazioni sindacali del comparto maggiormente rappresentative, e stanno per partire assemblee in tutte le scuole. Il mondo della scuola è complesso e stiamo pensando di costruire alleanze non solo con gli studenti, ma anche con le famiglie per dare maggior forza alle rivendicazioni dei docenti. Così come non meno importanti sono le rivendicazioni che attengono ai comparti dell’università e della ricerca, dove emerge la costante carenza di risorse a disposizione: dopo anni di definanziamento continuo, crediamo sia giunto il momento di operare una svolta. Anche sul diritto allo studio risposte non ce ne sono state dal Miur, e le regioni più deboli permangono penalizzate in tale ottica. Stessa cosa, a proposito di salario, dove persiste una distanza notevole fra i nostri docenti e il resto d’Europa, come ha documentato l’ultimo rapporto Ocse. Logica conseguenza, secondo noi, anche del blocco dei contratti per tanti anni”, ha proseguito il sindacalista.
“Infine, la formazione degli insegnanti di sostegno, dove i posti ancora da mettere in regola sono 50 mila. Per noi, è una questione centrale e di grandissimo rilievo. Anche su questo abbiamo fatto domande al ministero, purtroppo rimaste senza risposta. Insomma, la mobilitazione è destinata a continuare e culminerà, per l’appunto, il 17 maggio con la protesta nazionale. Chiedo a tutto il mondo della scuola di muoversi e ritrovare la fiducia, perché è venuto il momento di rialzare la testa e crederci. I temi che poniamo sono importanti e la lotta porta risultati. Perciò, faccio appello all’adesione nazionale”, ha concluso Sinopoli.