Manifestazioni e presidi davanti alle principali stazioni ferroviarie del Veneto, a quelle degli autobus, al porto di Venezia ed agli interporti di Padova e di Verona sono annunciati per il prossimo 14 febbraio, in occasione dello sciopero nazionale di 24 ore del trasporto merci. Iniziative (di sicuro, un presidio a piazzale Roma, ma anche davanti a stazioni ferroviarie e di autobus) si terranno anche il 21 gennaio, in concomitanza con lo sciopero nazionale (4 ore) degli autisti del trasporto pubblico locale.
Entrambe le vertenze riguardano provvedimenti su cui il Parlamento europeo è chiamato a deliberare a breve. Nel caso degli autisti del tpl, si tratta del “Pacchetto mobilità” (all’ordine del giorno nella seduta del 22 gennaio), che propone la liberalizzazione del mercato dei servizi del trasporto delle persone con autobus per la lunga percorrenza attraverso la modifica del regolamento Cee 1073/2009. “Una liberalizzazione – scrivono in una nota Filt, Fit e Uiltrasporti Veneto – che penalizza l’occupazione nel nostro Paese e la gestione efficiente dei servizi, schiacciati dal dumping delle imprese che favoriscono i minori costi a scapito dei diritti, della professionalità e della sicurezza sul lavoro”. Per questo, i lavoratori la contrastano con la giornata di lotta.
Quanto al trasporto merci, la mobilitazione riguarda le proposte di modifica al Regolamento Cee 561/2006 (orari di lavoro e riposo degli autisti) che allungherebbero i tempi di lavoro ed interverrebbero sui riposi, dilatandone la cadenza. Molte – ricordano Filt, Fit e Uiltrasporti regionali –, le prese di posizione contro queste modifiche del regolamento europeo: “Nel Veneto, l’assessore Donazzan si è pubblicamente dichiarata contraria alle modifiche, lo stesso ministero dei Trasporti nel 2017 si è espresso contro, e le organizzazioni sindacali nazionali hanno espresso tutta la loro disapprovazione chiedendo al governo d'intervenire in sede europea”.
“Le modifiche – scrivono Filt Cgil, Fit Cisl e Uiltrasporti del Veneto - comportano inaccettabili cambiamenti sulle condizioni di lavoro dei camionisti che si vedranno costretti a riposare dopo tre settimane di lavoro interrotte solo da 24 ore domenicali. Con 18 giorni di guida e solo due giorni di 24 ore di riposo è evidente il rischio per la salute dei lavoratori e i rischi sulla sicurezza stradale”.
Inoltre, il sindacato definisce 'inaccettabili' le modifiche europee che escludono temporaneamente i conducenti professionisti per 3 giorni dall’applicazione delle normative sul distacco internazionale “sostanzialmente liberalizzando selvaggiamente tutti i mercati nazionali dell’autotrasporto, incentivando un forte dumping occupazionale e contrattuale. I diritti, la professionalità, la sicurezza dei lavoratori diventano ancora di più merce e costi da abbattere. “Non è questa l’Europa che vogliamo, non sono queste le garanzie dei trattati europei” e sostengono “un più equo equilibrio tra tempi di lavoro e tempi di vita. Questi diritti non sono privilegi, ma sono dignità umana e civile di un popolo”.