PHOTO
Il 2 dicembre hanno “festeggiato” 10 anni di somministrazione. 10 anni da precari, 10 anni con un contratto che può essere interrotto in qualsiasi momento. Nel frattempo sono diventati vecchi. Oggi hanno da 45 a 58 anni e non hanno perso la voglia di lottare e di cambiare la loro condizione. O forse proprio per questo non si arrendono.
La storia dei gruisti del Nuovo Pignone di Bari ce la racconta Nicola (un nome di fantasia, che ci ricorda quanto siano ricattabili i somministrati), uno dei sei operai che sollevano e movimentano lavorati e semilavorati grezzi e finiti nei diversi reparti con gru o carrelli elevatori.
“Eravamo tutti dipendenti di una cooperativa, chi dal 1997, chi dal 2008, coperti dalla tutela dell’articolo 18 e da quelle previste per le società che hanno servizi in appalto - ci spiega Nicola -. Poi ci hanno chiesto di passare all’agenzia interinale, passaggio obbligato, dicevano, per essere assunti direttamente con un contratto a tempo indeterminato. Ci avevano provato anche prima, a luglio dello stesso anno, ma noi avevamo declinato perché non eravamo né disoccupati né alla ricerca di lavoro. Ad ogni buon conto, ci sono state garanzie in maniera informale, certo. Ce l’ha confermato il capo del personale: comportatevi bene, lavorate come avete sempre fatto e sarete assunti”.
Sapete quanti responsabili delle risorse umane sono cambiati da allora? Almeno cinque e la situazione degli operai gruisti è finita nel dimenticatoio. “Ci hanno risposto: queste cose io non le so, non mi interessano - dice Nicola -. Nessuno aveva messo niente per iscritto e così si sono dimenticati di noi. Riteniamo che l’azienda nei nostri confronti sia stata sleale perché siamo stati indotti a passare in somministrazione sulla base di false promesse. In questi anni abbiamo visto altri lavoratori passarci davanti, ma tra noi c’è gente che sta lavora qui dal 1997”.
La speranza è sempre l’ultima a morire e la lotta aiuta ad alimentarla. Ma resta la delusione, soprattutto se in un’azienda hai trascorso tutta la tua vita professionale. “La cosa più triste è che nonostante la nostra anzianità di servizio noi qui siamo considerati lavoratori esterni da tutti, anche dai responsabili aziendali - conclude Nicola -. Ecco, è stato tolto il velo dell’ipocrisia che copre lo status dei somministrati: siamo lavoratori esterni a tutti gli effetti”.