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Venerdì 25 aprile Esselunga ha comunicato l’avvio della cassa integrazione per oltre 200 dipendenti del magazzino di via Dione Cassio a Milano. La motivazione, spiega l’azienda, è “lo sciopero in corso indetto dalla Filt Cgil milanese nei confronti delle aziende che forniscono i servizi di consegna per le spese online (Brivio e Viganò, Deliverit e Cap Delivery), che sta affrontando gravi disagi operativi”.
La decisione di Esselunga viene dopo l’incontro istituzionale (durato oltre quattro ore) sulla vertenza che riguarda le lavoratrici e i lavoratori della logistica in appalto per Esselunga che si è tenuto mercoledì 23 aprile presso la Prefettura di Milano.
Filt Cgil: “Da aziende ed Esselunga atteggiamento inaccettabile”
“L’incontro si è chiuso senza alcun esito positivo”, afferma la Filt Cgil Milano e Lombardia, ringraziando anzitutto le istituzioni “per la disponibilità e per aver riconosciuto la piena legittimità delle rivendicazioni dei driver, e la totale mancanza di contenuti da parte delle aziende presenti al tavolo”.
La Filt rileva che le proprie proposte “sono state giudicate di buonsenso, concrete e per nulla estreme o fuori dalla normativa contrattuale. Eppure le aziende hanno mantenuto una posizione di chiusura assoluta, senza offrire alcuna disponibilità”.
Per il sindacato, dunque, si conferma “ciò che denunciamo da settimane: mentre i driver continuano a lavorare in condizioni difficili e segnalano da tempo criticità ormai insostenibili, le aziende si nascondono ed Esselunga tenta di scaricare la responsabilità, arrivando perfino al ricorso alla cassa integrazione per i dipendenti dei centri coinvolti”.
La categoria Cgil evidenzia come questo sia “un atteggiamento inaccettabile, che tenta di trasformare una vertenza legittima in un capro espiatorio”. Riguardo lo sciopero, la Filt sottolinea che “non si è mai interrotto e proseguirà a oltranza, nei modi e nelle forme che le assemblee dei lavoratori decideranno. Le richieste restano chiare: più sicurezza, tutele, rispetto e dignità per chi ogni giorno consegna la spesa a migliaia di persone”.
La Filt Cgil Milano così conclude: “Rivolgiamo un nuovo appello alle aziende e a Esselunga: è il momento di assumersi la responsabilità e trovare soluzioni. Le risposte sono a portata di mano, serve solo volontà e rispetto. Non ci fermeremo fino a quando non arriveranno risposte vere”.
La posizione di Esselunga
Lo sciopero in corso, spiega l’azienda, ha compromesso “in modo significativo la nostra capacità di garantire ai clienti il servizio e-commerce nell’area di Milano, a discapito in particolare di persone anziane e in stato di fragilità, per cui il servizio è indispensabile. Inoltre, la protesta messa in atto sta impedendo ai nostri dipendenti dei centri di distribuzione, che preparano le spese poi affidate ai trasportatori per le consegne, di svolgere il proprio lavoro”.
Da qui la decisione di “ricorrere alla cassa integrazione, un provvedimento che al momento interessa oltre 200 dipendenti del nostro magazzino situato in via Dione Cassio (Milano). Questo passaggio, purtroppo, è inevitabile anche per evitare enormi sprechi alimentari”.
La nota di Esselunga così si conclude: “Auspichiamo vivamente un ritorno a un operato responsabile e a un confronto costruttivo tra tutte le parti coinvolte. La nostra priorità rimane sempre quella di garantire un servizio di qualità ai nostri clienti e un ambiente di lavoro stabile per i nostri dipendenti”.