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Gli operatori sanitari non scioperano mai a cuor leggero. Quando incrociano le braccia, sanno che i pazienti più fragili saranno un po’ più soli. Ma non hanno altre strade per far sentire la propria voce. La voce di lavoratori e lavoratrici a cui non viene rinnovato il contratto rispettivamente da 6 e da 13 anni. Sono i dipendenti della sanità privata e delle Rsa, le cui associazioni datoriali, Aiop e Aris, non consentono nemmeno di cominciare la discussione se prima non avranno avuto assicurazioni che i costi degli aumenti contrattuali saranno interamente coperti dallo Stato, sia ministero che regioni. Lo sciopero è dunque inevitabile
“Le lavoratrici e i lavoratori della Sanità Privata e delle Rsa incroceranno le braccia il prossimo 22 maggio. Dopo il mancato accordo in sede di conciliazione, le associazioni datoriali Aiop e Aris continuano a condizionare l’avvio delle trattative per il rinnovo contrattuale alla copertura integrale dei costi da parte di ministero e regioni. Una posizione inaccettabile, che non tiene conto dei diritti di oltre 200mila professionisti del settore, lasciati senza contratto da 6 e 13 anni”. È questa la dichiarazione congiunta dei segretari nazionali di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Fpl, Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti, che annunciano la mobilitazione nazionale.
“Quello delle strutture sanitarie private accreditate è a tutti gli effetti un servizio pubblico, che integra il Servizio sanitario nazionale in base all’articolo 32 della Costituzione. Per questo motivo deve essere regolato da criteri chiari e vincolanti: chi riceve accreditamenti e fondi pubblici deve garantire salari e diritti ai lavoratori e dotazioni organiche adeguate e alle stesse condizioni della sanità pubblica, e stiamo chiedendo a tutte le regioni regole chiare sugli accreditamenti che li vincolino”. Si legge ancora nella nota congiunta: “Non permetteremo che il diritto al contratto sia ostaggio di un ricatto economico. Aiop e Aris stanno scaricando il rischio d’impresa sulle spalle delle lavoratrici e dei lavoratori e, indirettamente, sull’intera collettività. Senza diritti e salari dignitosi, si mette a rischio la qualità delle cure e dell’assistenza”.
“Oltre alle mobilitazioni nei luoghi di lavoro e alle assemblee, chiederemo agli ispettorati territoriali del lavoro di verificare che le strutture accreditate rispettino realmente i contratti collettivi, le condizioni di lavoro e i requisiti professionali del personale. È un passaggio essenziale non solo per tutelare chi lavora, ma anche per garantire la qualità del servizio agli utenti. Non ci fermeremo: la dignità di chi lavora nella sanità privata e nelle Rsa va difesa con forza ed è ora di dare un segnale chiaro alle controparti", concludono Barbara Francavilla, Roberto Chierchia e Ciro Chietti.