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Si è tenuto oggi pomeriggio presso la sede di Confindustria Bologna, l’incontro tra le organizzazioni sindacali Fiom Cgil e Fim Cisl e la Rsu e Saga Coffee. L’Azienda, nel corso dell’incontro, ha comunicato la chiusura, entro il 2022, dello stabilimento di Gaggio Montano, provincia di Bologna, che attualmente occupa 220 addetti, prevalentemente donne, "adducendo motivazioni - scrivono i sindacati in una nota unitaria - che, oltre a essere del tutto inaccettabili, non sono vere. All’Azienda abbiamo risposto che riteniamo la loro decisione un atto di sciacallaggio nei confronti dei lavoratori, nonché una vera e propria violenza verso il territorio che non siamo disposti ad accettare. Infatti, mentre a Gaggio Montano pensano di licenziare, in Val Brembo, a Bergamo, dove ha sede legale l’azienda, ricercano addirittura personale. Appare del tutto evidente come le motivazioni addotte siano prive di ogni fondamento, ma soprattutto, lo ripetiamo, non vere.
Basta fare una semplice ricerca di mercato sulle macchine da caffè espresso - scrivono i sindacati - per capire quanto questo settore sia fortemente in crescita in tutto il mondo. Quindi non può che esservi un’unica motivazione: quella di delocalizzare in Romania la produzione di Gaggio Montano, al solo fine di trarne un maggior profitto. Scelta per altro analoga a quella già compiuta da numerose multinazionali come Whirpool, Gkn e tante altre (senza dimenticare Phillips sempre a Gaggio Montano), con le identiche motivazioni. Le organizzazioni sindacali hanno ricordato alla proprietà che, solo un anno fa, è stato sottoscritto un accordo che prevedeva 50 uscite volontarie, finalizzato alla messa in sicurezza dello stabilimento di Gaggio Montano, dichiarato dalla stessa Saga Coffee (e sottoscritto in quello stesso accordo), strategico all’interno del gruppo.
Ecco perché la notizia ci ha colti di sorpresa, a dimostrazione di quanto vigliacco e inaffidabile sia l’atteggiamento delle imprese che, senza scrupoli, licenziano in nome del profitto. Come sindacati e Rsu abbiamo dichiarato che l’unica possibilità di proseguire il confronto - che deve necessariamente essere volto a trovare soluzioni positive per i lavoratori - sia che l’azienda non avvii nessuna procedura di licenziamento. Inoltre abbiamo chiesto che il confronto, a partire da adesso, si sposti nelle sedi istituzionali, ovvero al Tavolo Regionale e che la stessa Regione si faccia garante di attivare un tavolo presso il Mise. Abbiamo anche ricordato a Confindustria che in questa Regione è stato sottoscritto il Patto per il Lavoro, e che quindi anche Confindustria, essendo parte in causa, deve fare la propria parte se non vuole ridursi ad essere la serva sciocca delle loro associate. Abbiamo convocato per oggi stesso l’assemblea con i lavoratori e le lavoratrici durante la quale verranno decise tutte le forme di mobilitazione per respingere questo attacco. Vergogna".