Tra Vittoria, Scicli e Modica, in provincia di Ragusa, centinaia di braccianti africani sono vittima del decreto flussi. Arrivano in Italia chiamati dalle aziende locali per lavorare nella cosiddetta “Fascia trasformata”, uno dei più importanti luoghi di raccolta ortaggi in serra d’Italia.
Al loro arrivo, però, il “padrone” scompare, non consegna in Prefettura il nulla osta, e loro restano in un limbo. Non possono lavorare, non possono curarsi, non possono trovare un alloggio.
Il segretario generale della Cgil Ragusa, Peppe Scifo: “È un caporalato diverso, magari in giacca e cravatta, ma non meno drammatico. C’è tutta una serie di intermediatori che lucrano su questa povera gente. È una norma sbagliata che genera illegalità”.