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Prosegue lo stato di agitazione dei medici dell'ospedale Giglio di Cefalù, in provincia di Palermo. I rappresentanti sindacali di Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Fpl e Cimo al tavolo di conciliazione con il vice prefetto hanno esposto i motivi del malessere dei medici della Fondazione. E hanno avanzato le loro rivendicazioni: un trattamento economico che riconosca sia l’anzianità di servizio, con incrementi retributivi per tutti i medici dopo 5, 10 e 15 anni di servizio, sia i ruoli di responsabilità.
Le risposte sinora arrivate dall'azienda non sono state sufficienti. In una lunga nota, i sindacati hanno messo nero su bianco le loro richieste e sostengono che “le loro aspettative legittime sono state finora mortificate” dall'azienda e che gli impegni sull'eventuale incremento economico non sono stati “soddisfacenti”. Da qui il mantenimento dell'agitazione.
“Il malessere – scrivono i sindacati nella nota – è presente da molti anni e deriva dal fatto che non si è mai provveduto a un adeguamento delle retribuzioni che tenesse conto del progressivo incremento dei carichi di lavoro, dell’anzianità di servizio, delle competenze maturate e, non ultimo, del progressivo incremento del costo della vita”. La minore retribuzione dei medici della Fondazione rispetto a quella dei medici degli ospedali pubblici, sommata al mancato riconoscimento dell’anzianità di servizio rispetto al servizio prestato negli ospedali pubblici, rappresenta – scrivono le sigle sindacali - “una causa importante della fuga di professionisti che abbiamo osservato in passato e continuiamo ad osservare ancora adesso”.
In pratica, un medico con 16 anni di servizio percepisce oggi la stessa remunerazione di 16 anni fa. “E questo è semplicemente inaccettabile – denunciano i medici -. Per non parlare del fatto che, senza un corretto riconoscimento economico delle professionalità, è impossibile ipotizzare alta qualità assistenziale, neanche all'ombra di apparecchiature tecnologicamente avanzatissime”. Un dirigente medico con 16 anni di anzianità (periodo 2005-2021) ha uno stipendio netto, minimo tabellare, tra i 2.351 euro (circa 2.550) e i 2.421 euro (circa 2.600). Dopo 16 anni di servizio lo stipendio è pressoché identico. Il dirigente medico neo-specialista, di prima nomina guadagna 2.351 euro netti (circa 2.550). “In pratica – spiegano i medici - il neo-specialista ha la stessa remunerazione del medico esperto. In molte unità operative non sono riconosciuti ruoli di responsabilità per competenze professionali di particolare rilievo né per direzione di unità funzionali né per direzione di unità semplici”.
“La mancata gradazione degli stipendi – osservano ancora i sindacati - minaccia la qualità dell’assistenza perché demotiva la trasmissione del sapere, disincentiva l’assunzione di responsabilità da parte degli anziani, scoraggia la fidelizzazione all’ospedale e chi può va a lavorare altrove”. I medici della Fondazione hanno apprezzato la lungimiranza della presidenza nell’avere deciso di investire sull’aggiornamento tecnologico. “Tuttavia nessuna tecnologia avrà valore senza medici di alto profilo culturale: tecnologie e competenza devono andare di pari passo – aggiungono i medici -. D’altra parte, che la competenza medica abbia un valore inestimabile ce lo conferma proprio la presidenza, con la decisione di impegnare spese enormi pur di avvalersi della collaborazione della prestigiosa Fondazione Gemelli di Roma. Quindi ci si chiede: perché la competenza (indiscutibilmente elevata) dei medici del Gemelli è valorizzata moltissimo, mentre l’esperienza dei medici del Giglio è valorizzata pressoché nulla? Eppure, lo ricordiamo, in questo ospedale sono presenti molte eccellenze che tutta la Sicilia ci invidia”.
L’Ospedale Giglio è inserito in tutte le reti assistenziali: la Cardiologia è centro hub nella rete dell’infarto, la Neurologia è centro spoke nella rete dello stroke oltre che centro di riferimento regionale nella cura dell’Alzheimer e della Sclerosi Multipla, l’Ortopedia è centro spoke nella rete dei traumi, l’Oncologia fa parte della rete oncologica con un bacino che comprende gran parte dell’asse tra Palermo e Messina. “Rispetto all’annosa richiesta di adeguamento degli stipendi, ai sindacati viene risposto che il contratto collettivo nazionale delle case di cura private è sempre stato rispettato. Tuttavia, facciamo notare che il contratto Aiop applicato finora è del tutto inappropriato rispetto al tipo di assistenza erogata, ossia assistenza di altissima intensità e complessità, non comparabile, neanche lontanamente, a quella erogata nelle case di cura cui il contratto Aiop fa riferimento”.
Nemmeno il nuovo contratto Aris, recentemente recepito dalla Fondazione, risolve il problema, dato che secondo i medici del Giglio risulta “peggiorativo” rispetto alle retribuzioni Aiop. I medici della Fondazione Giglio rivendicano il merito di avere garantito il funzionamento di questo ospedale in anni difficilissimi. “Francamente non è accettabile la retorica per cui i medici sono eroi nel momento della difficoltà ma non meritano il riconoscimento economico della loro professionalità. Negli ultimi 7-8 anni abbiamo completamente congelato le nostre legittime richieste, in forma di rispetto delle gravi difficoltà finanziarie della Fondazione e, più recentemente, di quelle legate alla pandemia. Rivendichiamo anche il merito di non avere mai assunto iniziative che, benché legittime, fossero dannose per i pazienti, come scioperi o interruzioni di attività. Ci aspettiamo, però, che il nostro comportamento rispettoso sia apprezzato e che l’apprezzamento si traduca in soluzioni concrete”.