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“Abbiamo chiesto un urgente incontro al Mef perché in una fase in cui sarebbe urgente intervenire per costruire politiche industriali e di sviluppo in grado di rilanciare il sistema industriale e con esso l’occupazione e l’economia, si pensa invece a ricette sbagliate che mettono in discussione interi asset strategici, ipotizzando la privatizzazione di aziende del calibro di Poste e non solo, al solo scopo di fare cassa e senza alcuno sguardo strategico”. Lo dichiara il segretario confederale della Cgil, Pino Gesmundo.
“In queste ore - prosegue il dirigente sindacale - leggiamo indiscrezioni secondo cui il ministero dell’Economia e delle Finanze, per recuperare risorse starebbe pensando di vendere anche le proprie quote di Poste Italiane. Ribadiamo ancora una volta che questo governo intende perseguire la strada sbagliata: invece di andare a cercare i soldi dove sono, a partire dalla lotta all’evasione fiscale, l’Esecutivo annuncia un piano di privatizzazioni”.
“Si tratta di un’impostazione miope - conclude Gesmundo - che nel medio termine impoverirebbe il Paese, tanto più se a essere ceduta fosse una realtà come Poste Italiane che, oltre ad essere un asset strategico per la tenuta sociale e la coesione territoriale, è una solida realtà finanziaria che garantisce ogni anno importanti dividendi al Ministero”.