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È stato firmato oggi, mercoledì 13 marzo, nella sede della Regione Piemonte, un Protocollo di intesa sperimentale per contrastare il lavoro irregolare in agricoltura. A siglarlo, insieme al presidente Sergio Chiamparino e agli assessori al Lavoro, all'Immigrazione e all'Agricoltura, Gianna Pentenero, Monica Cerutti e Giorgio Ferrero, Cgil Cisl Uil e le categorie confederali di settore, associazioni datoriali, cooperative, Prefetture, ispettorato del lavoro, agenzia Piemonte Lavoro, Anci Piemonte, Arcidiocesi di Torino e Diaconia Valdese. Per Cgil e Flai Piemonte erano presenti Pier Massimo Pozzi, segretario generale, Claudio Stacchini della segreteria regionale e Denis Vayr, segretario generale Flai.
Il protocollo mette in atto azioni di coordinamento e controllo da parte di tutti gli enti coinvolti a una serie di attività che in parte si stanno già svolgendo, soprattutto nei territori in cui la presenza di lavoratori – molti di origine straniera – disponibili al lavoro stagionale è particolarmente significativa, come nel Saluzzese. L'obiettivo è potenziare una serie di azioni comuni per prevenire il ricorso al lavoro irregolare in agricoltura, promuovendo criteri di trasparenza e regolarità nell’incontro tra domanda e offerta di lavoro stagionale e affrontando in modo condiviso le problematiche legate alla sicurezza e salute sui luoghi di lavoro, all’applicazione dei contratti di lavoro, al rispetto della legalità e alle esigenze di accoglienza e integrazione dei lavoratori stagionali, in gran parte stranieri.
Per la prima volta in Italia saranno attivati sportelli dedicati al collocamento pubblico in agricoltura per gli stagionali, insieme ai Centri per l’Impiego, mettendo a disposizione di lavoratori, aziende e cooperative agricole servizi informativi sulla manodopera, e le offerte di lavoro disponibili, con l’obiettivo di snellire le procedure burocratiche per l’attivazione dei contratti di lavoro, garantire il diritto di precedenza ai lavoratori già precedentemente occupati e prevenire l’insorgenza di fenomeni di irregolarità e illegalità; prevedere forme di intervento per favorire il trasporto gratuito dei lavoratori stagionali nel tragitto casa/lavoro.
Un altro punto qualificante del protocollo è l’impegno a utilizzare, anche temporaneamente, i beni confiscati alla criminalità e gli immobili del demanio per garantire l’accoglienza dei lavoratori stagionali oltre alla sperimentazione di bandi per promuovere l’ospitalità dei lavoratori in condizioni dignitose, mirando a impedire la creazione di ghetti e insediamenti spontanei in condizioni degradate. Sono questi i punti qualificanti dell'intesa che deriva dalla legge nazionale per il contrasto al lavoro nero e allo sfruttamento in agricoltura e potenzia le buone prassi già esistenti sul territorio piemontese, dove si registra un'elevata concentrazione di lavoratori di origine straniera nella raccolta della frutta: dal distretto ortofrutticolo del saluzzese, con una presenza importante di africani, all'area della vendemmia di Alba-Canelli-Monferrato, dove lavorano macedoni e bulgari, fino ad arrivare agli indiani e pakistani presenti nel torinese e novarese, zone di allevamento del bestiame.