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Prima il piano industriale, gli investimenti, le prospettive del gruppo in Italia. E solo dopo si potrà parlare degli esuberi previsti. La situazione della Asea Brown Boveri (Abb), multinazionale elettrotecnica svizzera operante nei settori della robotica, dell'energia e dell'automazione, è ancora molto fluida. Il gruppo, presente in Italia con 11 sedi, il 24 gennaio scorso ha annunciato un piano di riorganizzazione che prevede 123 licenziamenti nello stabilimento di Vittuone (Milano), con la chiusura del reparto produzione di motori e generatori. Una decisione avversata da lavoratori e sindacati, che hanno subito indetto una mobilitazione con scioperi e presìdi (l’ultimo è del 26 febbraio scorso). E che oggi (mercoledì 3 aprile) sarà al centro dell’incontro tra governo, sindacati, azienda e Regione Lombardia previsto a Roma, alle ore 10 presso il ministero dello Sviluppo economico.
Finora le ragioni dei lavoratori sono rimaste inascoltate. Nell’ultimo incontro del 12 marzo scorso, sempre presso il ministero, la Abb ha confermato la decisione riguardo agli esuberi (65 operai, 58 impiegati e quadri). Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil “hanno ribadito la propria contrarietà a questa operazione – scrivono in una nota – che rischia di indebolire ulteriormente lo stabilimento di Vittuone, oltre a essere in contrasto con gli impegni assunti da Abb nell’ultima riorganizzazione definita nel giugno 2016”. I sindacati, anche in ragione “del trasferimento di alcune attività verso la sede finlandese di Abb”, hanno chiesto al governo di essere informati sui “piani di investimento e di sviluppo della multinazionale nel nostro Paese, al fine di poter conoscere e consolidare le attività presenti, senza escludere la necessità di ulteriori investimenti”.
A preoccupare i sindacati è anche “l’annunciata decisione di Abb di cedere le attività riguardanti il Power Grids (la parte concernente prodotti, sistemi e soluzioni di service per l'energia e l'automazione, indirizzata a utilities, industria e settori del trasporto e infrastrutture, ndr), indebolendo ulteriormente la presenza industriale di Abb in Italia”. Da qui la decisione sindacale di iniziare il vertice odierno con “la discussione della decisione aziendale riguardante Vittuone, nonché i piani di investimento di Abb in Italia”, e solo dopo, come invece aveva chiesto la multinazionale, avviare “il confronto per la gestione degli esuberi previsti”.
La Abb, sempre nel corso dell’ultimo incontro, ha dichiarato che “starebbe prevedendo investimenti – come riporta il comunicato ufficiale del ministero dello Sviluppo economico – per dare maggiore impulso a settori strategici come l’automazione industriale, l’elettrificazione e la digitalizzazione”. In quest’ottica, ha spiegato la multinazionale, è in atto “una ristrutturazione che vede lo spostamento della produzione di generatori di trazione e motori a media e piccola tensione in altri siti, con la conseguente trasformazione dello stabilimento di Vittuone in unità di ricerca e sviluppo di nuove tecnologie”. Multinazionale che, è bene ricordarlo, è in ottima salute: il 2018 si è infatti chiuso con una crescita del 10 per cento dei ricavi, del 14 per cento degli ordini e del 7 per cento del margine operativo lordo, risultati che hanno permesso “per la decima volta consecutiva” (così sottolinea il comunicato del gruppo) di far aumentare il dividendo per gli azionisti.