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Prosegue da un mese la protesta alla Isolfin, azienda dell'indotto Fincantieri, che si occupa di verniciatura, lavaggio e carenaggio navi. Dal 9 aprile, i 48 lavoratori effettuano lo sciopero dello straordinario per la situazione d'incertezza occupazionale che si è creata per l'annunciata cessione del ramo d'azienda del comparto tecnico del navale a un'altra società di minori dimensioni, la Gap coating srl.
L'unica novità al momento è che la cessione è stata rinviata al 1° giugno. Ma i sindacati, che non hanno ricevuto adeguate rassicurazioni negli incontri finora svolti con l'azienda, e aspettano la nuova convocazione promessa, hanno deciso intanto d'intensificare le azioni di lotta con tre giornate di sciopero. Anche perché, nel frattempo, sono scaduti i contratti a tempo determinato, della durata di un anno, di tre lavoratori della ex cooperativa Picchettini che erano stati assunti da Isolfin. E il rapporto di lavoro non è stato rinnovato: i tre lavoratori da domani saranno di nuovo disoccupati.
Per oggi, giovedì 12 maggio, Fiom, Fim e Uilm hanno indetto le prime quattro ore di sciopero, alla fine di ogni turno. Venerdì 13 maggio ci saranno altre quattro ore di sciopero a fine turno, mentre lunedì 16 maggio le ore di sciopero diventeranno otto, accompagnate da un presidio dei lavoratori sotto la Prefettura.
“Chiederemo al prefetto di riaprire il tavolo prefettizio sia con la stazione appaltante Fincantieri che con Isolfin – dichiarano il segretario generale della Fiom Cgil di Palermo, Francesco Foti, e le Rsu Pietro Ficarotta, Antonio Busalacchi e Antonio Pirrotta –. Con la Isolfin, che ha ereditato le commesse delle ex cooperative storiche e ha riassorbito più del 90% dei lavoratori Picchettini Spavesana, si era intrapreso un percorso che non ha dato ancora i risultati sperati. Sono passati 18 mesi e ancora ci sono sette lavoratori rimasti fuori dal percorso di riassorbimento. E adesso si aggiungono questi altri tre lavoratori, per i quali chiediamo la riassunzione immediata a tempo indeterminato, dal momento che ci sono le commesse e c'è lavoro a sufficienza. Una richiesta che abbiamo già avanzato lunedì pomeriggio in call conference con l'azienda”.
“Alla Prefettura - aggiungono dirigenti e delegati sindacali -, chiediamo la riapertura del tavolo per discutere anche della cessione del ramo d'azienda. Se non avremo garanzie sulle aziende subentranti, non condivideremo il percorso”.