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Saranno le lavoratrici e i lavoratori agricoli i primi a riprendersi piazza Montecitorio a Roma. Lo faranno perché dopo un anno di pandemia e di lavoro essenziale vogliono smettere di essere invisibili. Dimenticati prima dal decreto Ristori, ora dal decreto Sostegni continuano a essere considerati figli di un dio minore: così denunciano i sindacati del settore che li hanno chiamati a manifestare il prossimo 31 marzo nella capitale.
Sono tante le misure attese e mai arrivate: non è ancora chiaro se è previsto il bonus per gli stagionali impiegati in agricoltura, mancano ancora misure a sostegno dei fragili, che non avendo potuto lavorare, non hanno avuto diritto alla disoccupazione agricola e restano esclusi da qualsiasi forma di indennità. Come se non bastasse, le indennità sono state anche ridotte: da 1000 a 800 euro. E c'è chi torna a parlare di "semplificare" i voucher trascurando che questo strumento, in agricoltura, è già utilizzato.
"Questo 'nuovo' governo continua a fare scelte sbagliate - denuncia la Flai Cgil. Le lavoratrici e i lavoratori stagionali agricoli, essenziali in tutte le fasi della pandemia, sono stati dimenticati anche dal governo Draghi, discriminati ed esclusi dal diritto di ricevere un 'sostegno'".
Flai Cgil, Fai Cisl e Uila Uil scendono in campo per rivendicare non solo questi diritti ma anche quello al rinnovo del contratto. A causa dell'ostracismo dei datori di lavoro, infatti, i rinnovi dei contratti provinciali di lavoro sono rimasti al palo, scaduti da quasi un anno e mezzo ma fondamentali per garantire un reddito dignitoso a chi durante la pandemia è stato chiamato essenziale.
Alla vigilia della manifestazione, il prossimo 30 marzo, le ragioni degli addetti del settore verranno anticipate durante una conferenza stampa unitaria. Poi ci si riprenderà la piazza.