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"Dopo il nulla di fatto all’incontro di lunedì scorso in Città metropolitana, nel corso del quale abbiamo constatato che il committente Poste italiane non si era presentato al tavolo per la salvaguardia dei lavoratori in appalto Nexive, è nostra intenzione rilanciare la volontà di tutelare la dignità e i salari dei 64 lavoratori impiegati nei siti di Calderara di Reno e di Padova, persone - per la maggior parte di origine straniera - che da anni si sono inserite a pieno nel nostro territorio con le rispettive famiglie e da dipendenti delle imprese in appalto svolgono con massimo impegno e dedizione i propri compiti.Nel Gruppo Poste italiane, Sda è l’operatore logistico. E nell’hub dell’interporto di Bologna smista e spedisce, già da tempo, le merci per conto della stessa Nexive, così come presumibilmente rileverà le attività di Calderara spostandole nella sua sede dell’Interporto". Così, in un nota congiunta, Roberto Guarinoni (Cgil Bologna), Loris Sermasi (Slc Bologna) e Carlo Parente (Filt Bologna).
"Ricordiamo che la sede Sda dell’interporto è una realtà in forte espansione, nelle condizioni quindi di assumere nuovo personale.I lavoratori per cui ci stiamo battendo a Calderara smistavano merci per conto delle multinazionali della moda e dell’elettronica, quindi svolgevano le medesime mansioni richieste ai lavoratori in appalto per Sda. Logica vorrebbe, dunque, che Poste – in qualità di società che ha acquisito Nexive – si facesse carico anche delle sorti dei più deboli collocandoli negli appalti di Sda. Peraltro, al momento dell’acquisizione di Nexive, per legge Poste è stata obbligata ad assorbire i suoi dipendenti nel proprio organico, e quindi chiediamo che per responsabilità sociale anche i lavoratori dell’appalto abbiano continuità occupazionale .Chiediamo dunque che la società committente si presenti al prossimo tavolo istituzionale, dandoci risposte concrete sul ruolo fondante che Sda può e deve svolgere in questa partita", rilevano ancora i tre dirigenti sindacali.