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Il Lodigiano è attraversato da due dei principali corridoi europei dei trasporti. Un sistema integrato di strade, autostrade, ferrovie, magazzini, interporti, fra loro coordinati allo scopo di garantire un efficiente flusso di merci. Purtroppo il livello di diritti riconosciuti ai lavoratori non è minimamente paragonabile ai sacrifici richiesti. Dopo la pandemia le maestranze hanno preso maggiore coscienza della necessità di cambiare l'attuale situazione di sfruttamento e numerose sono state le azioni volte ad accendere un faro sul settore.
Lodi luogo simbolo. "La Bassa padana – ci spiega Luca Stanzione, segretario generale della Filt lombarda – è considerata il cuore della movimentazione merci del Paese e noi abbiamo deciso di essere lì, sul piazzale di una grande azienda di logistica, nel luogo dove ogni giorno migliaia di lavoratori, in qualsiasi condizione climatica, prestano servizio. Vogliamo dare voce alle nostre idee: in queste settimane: siamo stati rappresentati da certa stampa come un sindacato minoritario scavalcato da altri sindacati. Ma i dati dicono l'esatto opposto: solo nella logistica lombarda – prosegue il dirigente sindacale – contiamo quasi 14 mila iscritti. Siamo un'organizzazione sindacale equamente rappresentativa sia degli addetti italiani (54%) che stranieri (46%). I delegati sono oltre 700 e abbiamo calcolato come il tasso di sindacalizzazione nelle aziende superi il 60%. Tra questi, 7 lavoratori su 10 sono rappresentati dalla Cgil.
La situazione. Sul settore pesa la crescente frammentazione del sistema degli appalti e l'insicurezza di contratti sempre più precari. Driver e magazzinieri vengono impiegati per pochi mesi, spremuti come agrumi e poi mandati a casa a prescindere dalla professionalità dimostrata. Secondo Stanzione, questa insicurezza è confermata dai dati ispettivi resi noti in Parlamento dal ministro del Lavoro: "Nelle aziende di trasporto merci oltre il 70% dei controlli dimostra irregolarità. Una condizione precaria determinata non solo dalle condizioni contrattuali dei lavoratori ma soprattutto dai continui cambi d'appalto". In queste settimane Collettiva ha raccontato numerose azioni della magistratura nei confronti di aziende che evadevano l'Iva o i contributi. "Se il sistema non viene riformato – spiega Stanzione – rischia di produrre sempre maggiori irregolarità: tutti sanno qual è il prezzo di un'ora di trasporto merci. Fare delle gare d'appalto in cui quell'ora di lavoro viene pagata meno, equivale ad ammettere che qualcuno evada l'Iva, i contributi oppure che non venga applicato correttamente il contratto nazionale.
L'hic et nunc degli acquisti online. "Questo – sottolinea il leader della Filt Lombardia – è un settore che nella catena del valore delle merci è diventato più importante della produzione stessa: oggi avere un bene sulla propria scrivania nel giro di poche ore è diventato un elemento di valore che a volte supera persino quello del prodotto stesso". In questo quadro, per Luca Stanzione, il lavoro è assolutamente centrale e nonostante la crescente automatizzazione l'intervento umano resta indispensabile.
La morte di Adil Belakhdim. In seguito all'incidente occorso al sindacalista di origini marocchine all’ingresso della sede logistica della catena di supermercati Lidl a Biandrate, in provincia di Novara, in molti hanno azzardato il racconto di lavoratori schierati l'uno contro l'altro. "Io penso – sottolinea Luca Stanzione – che non ci sia alcuna lotta tra le maestranze. Qui ci sono solo grandi multinazionali che accumulano profitto mentre ai lavoratori arrivano solo le briciole. Lungo la filiera, i committenti perseguono l'obiettivo di accrescere il risparmio, non ci si sogna nemmeno di migliorare la qualità del lavoro. Sui lavoratori pesa la pressione dei tempi e dei ritmi, quindi è possibile che nell'incastro dello svolgimento dei compiti ci possano essere delle tensioni. La stampa ha rappresentato una Cgil schierata contro i Cobas ma non è così. Sono altresì convinto che in questo settore i comitati di base non siano la sinistra sindacale. Piuttosto possiamo dire che sono funzionali a questo sistema. Da parte nostra non ci sono preclusioni a confrontarci, a partire dal fatto che per noi la busta paga trasparente e l'applicazione del contratto nazionale restano imprescindibili.
Nuove regole. "Chiediamo da tempo – conclude Stanzione – un piano regolatore per l'insediamento della logistica a livello regionale. Altrimenti i piccoli comuni si ritroveranno sempre soli a contrattare la permanenza delle multinazionali sul proprio territorio. La debolezza degli enti locali è significativa. Se fosse almeno la Regione a contrattare, si potrebbe chiedere a queste aziende regole più chiare, un'organizzazione del lavoro rispettosa della dignità dei lavoratori e oneri compensativi per l'impatto ambientale sui territori.
Mancano le grandi aziende italiane. Al nostro Paese manca un vero player della logistica del trasporto merci. Il settore vale quasi il 10% del Pil ma nessun soggetto ha inteso investirvi e i governi che si sono succeduti hanno rinunciato a adottare una politica industriale capace di far diventare Poste Italiane un leader sul mercato interno come hanno fatto, per esempio, i nostri vicini elvetici. Questa è una delle preoccupazioni di cui oggi ragioneremo insieme alle delegate e ai delegati. Abbiamo un Pnrr che stanzia sui trasporti più di 40 miliardi di euro e rischiamo di connettere porti cinesi a logistiche tedesche senza ottenerne alcun vantaggio per la nostra economia.