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Camarda Fantamadi aveva 27 anni ed era arrivato in Italia dal Mali. Per sopravvivere faceva il bracciante nei campi del brindisino, almeno fino a quando non ce l'ha fatta più. In un pomeriggio che scoppiava di caldo e fatica è morto di ritorno da lavoro. "Speravamo di non dover commentare più eventi così tragici, dopo la terribile estate in cui perse la vita Paola Clemente e assieme a lei altri operai agricoli, stroncati da un malore nel corso di giornate di lavoro esposti per ore al caldo torrido. Invece ogni anno eventi così tragici si ripetono, come se la vita dei lavoratori e delle lavoratrici possa valer meno del raccolto e del profitto. Una barbarie che deve finire'' - commentano Pino Gesmundo e Antonio Gagliardi, rispettivamente segretari generali della Cgil Puglia e della Flai Cgil Puglia.
"Purtroppo ci risiamo - denuncia Gagliardi - scoppia il caldo e il lavoro agricolo conta le sue vittime. Solo qualche giorno fa abbiamo chiesto ai prefetti di convocare i 'tavoli' della rete del lavoro agricoli che, per quanto veda la Puglia tra le regioni con più adesioni, stenta a decollare. Così come ogni anno mancano azioni preventive rispetto a intermediazione e accoglienza, lasciando spazio e caporali che ormai si ingegnano con società e agenzie, dandosi una vera e propria veste imprenditoriale. Esistono strumenti e tecnologia adeguata - sottolinea - per prevedere temperature così elevate, e magari organizzare con orari diversi le giornate di raccolta, evitando le ore di punta. Senza far mancare acqua e ogni altra assistenza necessaria agli operai agricoli. Siamo stanchi di questo andazzo e senza risposte istituzionali siamo pronti a mobilitarci per reclamare le attenzioni istituzionali che i lavoratori e questo settore meritano''.
Per Pino Gesmundo Camarda era "uno dei tanti operai che arrivano stagionalmente in questo territorio per contribuire alle grandi raccolte che fanno ricca e importante la nostra agricoltura. Ricevendo in cambio spesso sottosalario e diritti violati. Se rientrava a quell'ora a casa - evidenzia - non crediamo fossero rispettati gli orari contrattuali, ma tocca ad altri accertare condizioni di lavoro. Per questo chiediamo che non manchino controlli nelle campagne e azioni di contrasto soprattutto in questo periodo al caporalato. Le imprese agricole ricevono ingenti sostegni pubblici e non si può alimentare un sistema che sfrutta le persone''.