Con i tre operai deceduti a Torino, schiacciati dal crollo della gru, dall’inizio dell’anno le vittime sul lavoro sono 1364. I dati dell’Osservatorio nazionale morti sul lavoro certificano quasi quattro decessi al giorno, considerando anche le morti in itinere. I dati ufficiali dell’Inail, da gennaio ad ottobre 2021, parlano di 1.017 vittime, in lieve calo (-1,8%) rispetto allo stesso periodo del 2020 quando però la casistica è stata fortemente influenzata dai contagi da Covid peraltro spesso denunciati in ritardo.

Una strage contro la quale il governo nel decreto fiscale ha modificato la normativa sui controlli allargando le competenze dell’Ispettorato nazionale del lavoro e abbassando le soglie di irregolarità oltre le quali gli ispettori devono (e non più “possono”) l’attività imprenditoriale. L’emergenza pandemica, che lo scorso anno ha costretto al lockdown con il blocco delle attività produttive, rende impossibile anche fare un confronto tra dati riguardo alle denunce di infortunio, 448.110 nei primi 10 mesi 2021.

 

Maurizio Landini ai microfoni di Forrest, Radio1

Quest’anno risultano 16 incidenti plurimi per un totale di 38 decessi, 21 dei quali stradali, con due vittime in provincia di Bari e due in quella di Torino a marzo, quattro in provincia di Ragusa, due in provincia di Bologna e due in provincia di Ferrara ad aprile, sette in provincia di Piacenza e due a Catanzaro. Per i sindacati "occorrono fatti concreti a partire da più controlli e più formazione, soprattutto in edilizia, tanto più in questa fase di forte ripresa del lavoro, dove la fretta spesso prevale su tutto. La sicurezza è un diritto e non un costo".

Aggiornato anche il dato delle morti sul lavoro per Covid. Il settore della sanità e assistenza sociale – che comprende ospedali, case di cura e di riposo, istituti, cliniche e policlinici universitari, residenze per anziani e disabili – è sempre al primo posto tra le attività produttive con il 65% delle denunce di contagi professionali e il 22,4% dei casi mortali codificati, seguito dall’amministrazione pubblica (attività degli organismi preposti alla sanità – Asl – e amministratori regionali, provinciali e comunali), con il 9,1% dei contagi e il 10,4% dei casi mortali.

Gli altri settori più colpiti sono il noleggio e servizi di supporto alle imprese (vigilanza, pulizia e call center), il trasporto e magazzinaggio, secondo per numero di decessi con il 12,9% del totale, il manifatturiero (tra le prime categorie coinvolte gli addetti alla lavorazione di prodotti alimentari, alla stampa, alla lavorazione di prodotti farmaceutici, di metalli, di macchinari e di pelli), che con l’11,8% figura al terzo posto per casi mortali denunciati, le attività dei servizi di alloggio e ristorazione, il commercio all’ingrosso e al dettaglio, le altre attività di servizi (pompe funebri, lavanderia, riparazione di computer e di beni alla persona, parrucchieri, centri benessere), e le attività professionali, scientifiche e tecniche (consulenti del lavoro, della logistica aziendale, di direzione aziendale).