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Un tavolo permanente sul settore della moda, dove non solo affrontare la gestione dell’emergenza, ma progettare il rilancio attraverso la costituzione di tavoli tecnici. È questo l’esito dell’incontro tenutosi al ministero dello Sviluppo economico sulla crisi del settore causata dalla pandemia. Presenti al tavolo i sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil, per le associazioni datoriali il presidente di Confindustria Moda, Cirillo Marcolin, e il presidente della Camera della moda Italia, Carlo Capasa, e i rappresentanti delle associazioni artigiane di Confartigianato e Cna. Per il governo erano presenti il ministro Giorgetti e il viceministro Pichetto del Mise e De Camillis del ministero del Lavoro.
“Riteniamo importante l’attenzione mostrata dai ministri competenti. Quello della moda è il primo comparto convocato dal governo, perché è il settore manifatturiero più colpito dalla pandemia, e perché, già a settembre, abbiamo alzato la guardia presentando con Confindustria moda un documento congiunto al Mise, a cui si è poi aggiunto quello sottoscritto recentemente con le associazioni Confartigianato e Cna, in cui si fotografa attentamente la crisi in corso”, hanno dichiarato le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil a margine dell’incontro.
“Giorgetti – continuano i sindacati -, convenendo con le nostre proposte contenute nei due documenti, ha deciso di attivare al Mise un tavolo della moda permanente in cui si affronterà non solo la gestione dell’emergenza nel settore, ma si progetterà il rilancio attraverso la costituzione di tavoli tecnici. Con il ministero del Lavoro è stata, invece, convenuta una convocazione urgente per la proroga per il settore della Cassa Covid per tutto il 2021. Abbiamo, poi, chiesto al governo di modificare la norma sul contratto di espansione diminuendo la soglia dimensionale per applicarla ad aziende con meno di 250 dipendenti”.
“Il governo, da parte sua, si impegnerà per la riapertura delle fiere, riconoscendo che il settore deve essere tutelato a partire dalla sua filiera composta soprattutto da piccole e medie imprese industriali ed artigiane. Inoltre, ha riconosciuto maggiori tutele al settore per l’altissima presenza di manodopera femminile e la necessità di una formazione continua relativa all’aggiornamento professionale. Da parte nostra abbiamo chiesto un intervento sul dumping salariale, dovuto ai contratti pirata, e in generale sul tema del rispetto della legalità nel settore”, concludono Filctem, Femca, Uiltec.