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“La crisi che sta travolgendo il settore della moda non sta avendo da Governo e istituzioni preposte le dovute attenzioni. Già nella scorsa estate, avevamo richiesto, insieme a Confindustria moda, la costituzione di un tavolo nazionale di confronto su questo comparto industriale, che ricordiamo riguarda più di 600.000 lavoratori in 66.000 aziende e produce un fatturato di oltre 100 miliardi”. Lo hanno dichiarato le segreterie nazionali di Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil.
“Le crisi aziendali sul territorio nazionale non sono di natura industriale, ma finanziaria. Non è calata la domanda del 'made in Italy': la pandemia ha drasticamente rallentato la produzione, e i fondi di investimento esteri, che in tale contesto hanno trovato forti margini di profitto, si sono totalmente disinteressati delle realtà sociali e lavorative, che sono il cuore e l’anima di queste industrie. La conseguenza è stata che hanno chiuso le produzioni, mantenendo i marchi per rivenderseli e recuperare investimenti. Tali comportamenti – continuano le tre sigle di categoria – non sono più sostenibili. Il dramma non è solamente sociale e di perdita di posti di lavoro, ma si rischia di cancellare e disperdere competenze e professionalità uniche, precludendo riprese future”.
“La necessità è di un vero e proprio piano nazionale per la moda, che abbia chiaro in testa gli interventi strutturali necessari alle industrie del comparto e che sappia coniugare il prolungamento degli ammortizzatori sociali per rispetto ad altri settori industriali, in attesa di agganciare la ripresa; l’estensione del blocco dei licenziamenti oltre i termini di marzo 2021, insieme a una formazione legata alla digitalizzazione nell’era dell’industria 4.0 e a una chiara e vera tutela del 'made in Italy'. Bisogna, però, agire velocemente: già oggi le aziende stanno licenziando, aggirando le norme. Un comportamento inaccettabile, che sarà uno dei temi al centro del negoziato sulla moda, che il Governo deve convocare prima che sia davvero troppo tardi”, concludono i sindacati.