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“Ripartiamo dalla vertenza Irpinia per l’industria e il lavoro”. Questo il titolo della manifestazione provinciale che si tiene venerdì 17 ad Avellino, indetta da Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil. L’appuntamento è alle ore 9.30 presso la sede della Prefettura. “La provincia, già precedentemente alla pandemia, era direttamente coinvolta in un impoverimento industriale generato dalla crisi del 2008, i cui effetti hanno prodotto la chiusura di circa 40 attività metalmeccaniche con relativa perdita di 2 mila posti di lavoro”, spiega una nota sindacale, rilevando che “il tessuto industriale irpino si è presentato già più fragile, scontando un ritardo storico nell’attuazione di politiche industriali mirate: è palese il rischio concreto che l’industria metalmeccanica irpina perda pezzi importanti di produzione”.
Fiom, Fim e Uilm rilevano che “il momento grave e complesso che vive la provincia è accompagnato da un bisogno di cambiamento che deve essere colto, reso funzionale. Ed è per questo che è fondamentale prevedere una valutazione preliminare sull’utilizzo delle risorse europee, esse potranno e dovranno essere utilizzate per lo sviluppo industriale finalizzato a un percorso di cambiamento efficace ed efficiente per il tessuto industriale irpino”.
Sono tante le vertenze ancora in essere nel comparto metalmeccanico irpino. “Occorre la costituzione di un'unità di crisi provinciale – prosegue il comunicato – nella quale poter affrontare le vertenze in maniera olistica e non in maniera separata, partendo dal fatto che non possiamo più permetterci di perdere altri posti di lavoro nella provincia di Avellino”. Riguardo il modello di sviluppo industriale, i sindacati sottolineano che quello “fin qui applicato si è rilevato fallimentare, occorre ripensarlo in maniera radicale puntando a uno sviluppo sostenibile e a una compatibilità tra ambiente, salute e sicurezza, crescita economica. Nel declinare questo modello occorre pianificare una strategia industriale che ponga le basi per un cambiamento reale, concreto, che coinvolga i rappresentanti delle istituzioni, il sistema bancario, le organizzazioni sindacali rappresentative, gli enti di ricerca e le università”.
Capitolo mobilità. “Con la pandemia – spiegano – a entrare in crisi sono stati soprattutto i settori legati alla mobilità, che in provincia di Avellino occupano più del 50 per cento dei metalmeccanici. Oltre all’aziende dell’automotive, alle prese con una crisi dovuta anche alla transizione verso un modello diverso di mobilità, sono entrate in crisi le aziende del settore aerospazio. Per queste aziende è fondamentale che ci sia la possibilità di affrontare una discussione presso il ministero dello Sviluppo economico, mettendo al centro il modello di mobilità cui si vuole affidare il Paese in futuro”. In questo senso, diventa importante “sostenere politiche industriali a sostegno d’investimenti nella filiera produttiva dei settori automotive e aerospazio”.
Fiom, Fim e Uilm ritengono anche essenziale “investire nella realizzazione di infrastrutture sia materiali sia immateriali, pensando all’utilizzo della banda larga di ultima generazione, anche in considerazione dell’importanza dell'innovazione e della trasformazione digitale delle imprese”, e fondamentale che “un asset importante, come quello della depurazione, rimanga in mano pubblica a garanzia della qualità del servizio”. In conclusione, i sindacati rimarcano come sia cruciale che “la Regione Campania predisponga l’istituzione di un piano di formazione per i lavoratori sottoposti a regime di cassa integrazione, con l’obiettivo di una crescita delle competenze”.