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Nell’anno 2024, gli occupati nelle Marche sono stati 644 mila, +0,5% rispetto al 2023, incremento che mostra una tendenza meno accentuata rispetto al Centro (+1,9%) e all’Italia (+1,5%). Al contempo, tuttavia, dopo tre anni consecutivi di aumento, il tasso di occupazione generale diminuisce di 0,2% e si attesta al 67,2%.
Segnale in controtendenza rispetto al Centro e al dato nazionale. La debole crescita è ascrivibile all’aumento degli autonomi (+8 mila, +5,7%). I dipendenti, invece, registrano un crollo di 5mila unità (-1,0%), flessione non osservata nell’area del Centro e in Italia nel complesso. Per Eleonora Fontana, della segreteria regionale Cgil Marche, “continua a destare preoccupazione l’andamento del mercato del lavoro regionale, caratterizzato ancora una volta da andamenti in controtendenza rispetto a quelli nazionali. Due gli aspetti estremamente preoccupanti: la diminuzione del tasso di occupazione e il crollo dei lavoratori a tempo indeterminato. La Regione scenda subito in campo”. È questo il quadro che emerge dai dati Istat, elaborati dall’Ires Cgil Marche.
I dati: si riducono i dipendenti a tempo pieno
Tra i dipendenti rimangono invariati i lavoratori a tempo parziale e si riducono quelli a tempo pieno (-1,2%). È importante evidenziare che, sempre tra i dipendenti, la diminuzione è totalmente imputabile a quelli a tempo indeterminato (-5 mila, -1,2%). A livello di genere, nell’occupazione gli uomini calano lievemente (-0,8%) mentre le donne occupate registrano una crescita non trascurabile (+2,1%). Al contempo il tasso di occupazione femminile sale di 0,9 %. e si attesa a 61,6%.
Tra i macrosettori, le costruzioni sono il comparto a registrare la maggiore crescita in termini relativi (+5,1%). L’occupazione nell’industria rimane pressoché invariata. Mentre in termini assoluti è il commercio ad osservare l’aumento più consistente (+6 mila unità).
Dall’altra parte crolla in maniera significativa l’occupazione nei settori dell’agricoltura (-7 mila, -33,3%). Diminuiscono i disoccupati (-2,9%) e il tasso di disoccupazione generale rimane sostanzialmente stabile (-0,1%), ma la flessione dei disoccupati è molto meno marcata rispetto a quella osservato nel Centro Italia (-13,9%) e in Italia nel complesso (-14,5%). Anche in questo caso emerge una tendenza opposta tra uomini e donne, con i primi che registrano un aumento del 6,3% e le donne che invece mostrano una diminuzione del 5,3%. Il tutto si riflette anche nel relativo tasso di disoccupazione, in aumento per gli uomini e in flessione per le donne.
Cresce debolmente il numero degli inattivi (+2 mila unità, +0,8%), valore in controtendenza rispetto al Centro (-0,7%) e più accentuato del corrispettivo a livello nazionale (+0,4%). L’aumento è ascrivibile tanto alla componente più lontana dal mercato del lavoro (non cercano e non disponibili, +0,4%) quanto a quella più vicina (forze di lavoro potenziali, +3,4%). Il tasso di inattività generale si attesta al 29,1%. Permane ancora il forte divario tra donne (34,6%) e uomini (23,7%), sebbene in un anno si sia ridotto il divario donne-uomini (da +12,7 % del 2023 a +10,9% del 2024).
Cgil Marche: “Il lavoro nella regione è precario, frammentato, discontinuo”
“La diminuzione del tasso di occupazione è un chiaro segnale di debolezza del mercato del lavoro regionale – spiega Fontana –: significa che diminuiscono proprio gli occupati all’interno della popolazione attiva. Il crollo dei lavoratori a tempo indeterminato certifica che il lavoro nella regione è precario, frammentato, discontinuo. Cos’altro bisogna aspettare per curvare le misure di politica attiva e dare risposte adeguate ai marchigiani? Continuiamo ad allontanarci pericolosamente dagli obiettivi di promuovere l’occupazione, migliorare le opportunità di lavoro stabile, sicuro, tutelato e ben retribuito. Azioni concrete subito”.