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L’accordo non c’è, i licenziamenti sono confermati. Nessuna intesa è stata raggiunta tra i sindacati e Yazaki Italia, multinazionale giapponese produttrice di cablaggi e componentistica elettrica per l’automotive, che il 4 dicembre scorso ha dichiarato 52 esuberi (su 72 dipendenti) nello stabilimento di Grugliasco (Torino).
La società ha motivato le uscite con il taglio netto delle commesse Maserati (cliente storico del gruppo nipponico), a propria volta alle prese con un calo degli ordinativi. Da qui l’annuncio di una “crisi irreversibile e strutturale”, con la conseguente necessità di chiudere i reparti dell’assistenza e della logistica.
La multinazionale, che ha un giro d’affari complessivo di 13 miliardi di dollari, ha infatti già trasferito il magazzino della divisione italiana in un sito nel Casertano, mentre alle lavoratrici e ai lavoratori del customer service è stata appunto comunicata la procedura di licenziamento collettivo.
Sindacati: “Servono garanzie e ammortizzatori sociali”
“L’azienda non si è resa disponibile a utilizzare degli ammortizzatori sociali che permetterebbero alle lavoratrici e ai lavoratori di salvaguardare l’occupazione nell’attesa che la situazione di crisi possa rientrare”, spiegano Filcams Cgil e Fisascat Cisl di Torino: “In relazione ai tempi della procedura di licenziamento collettivo, siamo quindi stati costretti a chiudere la prima fase sindacale con un mancato accordo”.
Per oggi (mercoledì 5 febbraio) è previsto un incontro in Regione Piemonte “per chiedere alle istituzioni un impegno affinché si trovi una soluzione condivisa, che consenta di non perdere tutti questi posti di lavoro”. In occasione del vertice, si tiene anche un presidio a Torino, davanti alla sede dell’ente regionale (in via Nizza), a partire dalle ore 14.
Filcams Cgil e Fisascat Cisl di Torino così concludono: “Chiederemo inoltre all’azienda maggiori garanzie per i 20 lavoratori che rimarranno all’interno del gruppo Yazaki, ai quali a oggi non è stato presentato alcun piano industriale”.