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Magneti Marelli: 910 lavoratori in cassa integrazione tra Bologna e Crevalcore. La procedura riguarderà operai, impiegati e quadri: 280 lavoratori rispetto ai 350 attuali occupati nel sito produttivo di Crevalcore e 630 lavoratori rispetto ai circa 800 dipendenti totali di Bologna. A essere coinvolta è quindi praticamente tutta la forza lavoro, compresi gli impiegati e la ricerca e sviluppo di Bologna, ad eccezione dei lavoratori occupati in fonderia – reparto alluminio – a Crevalcore e nel motore elettrico a Bologna. Il periodo di richiesta va dal 28 ottobre 2019 al dicembre-gennaio 2020 (13 settimane). Contemporaneamente sono stati non confermati una trentina di contratti di somministrazione a Crevalcore, mentre lo stabilimento di Bologna ha registrato una costante riduzione del proprio organico.
Come Fiom, si legge in una nota, “negli incontri che si dovranno tenere ai sensi della normativa vigente chiederemo di approfondire il merito della richiesta che, per il sito di Crevalcore, dovrebbe essere legata a un calo produttivo riferito al mercato, ma chiediamo di trovare al più presto luoghi e tempi per un confronto approfondito sulle prospettive produttive future per entrambe le realtà del territorio di Bologna (a partire dal sito di ricerca e sviluppo di Bologna – ex Weber)”. Quanto all'utilizzo della cassa, la Fiom chiede trasparenza, rotazione, maturazione degli istituti contrattuali indiretti (ferie, permessi, tredicesima) e un’equa redistribuzione degli scarichi lavorativi.
Duro però il giudizio del sindacato sulla situazione: “È grave che dal passaggio di proprietà (maggio 2019) non sia stato presentato alcun piano di investimenti o alcuna strategia di medio-lungo termine, a partire da come la Marelli intenda affrontare il delicato momento di trasformazione del settore automotive, mentre invece i lavoratori ricevono solamente richieste di dimissioni incentivate e la cassa integrazione. In Emilia Romagna il settore dell’auto e la componentistica sono un elemento produttivo e occupazionale importante e strategico. Riteniamo che non sia più rinviabile un tavolo istituzionale regionale del settore che si affianchi al tavolo nazionale già richiesto e annunciato dal ministro per lo Sviluppo economico".