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L’algoritmo colpisce ancora. Non c’è pace per gli insegnanti: soprattutto in Lombardia. Il sistema centralizzato escogitato dal ministero dell’Istruzione per “avere tutti i docenti in cattedra dal 1° settembre” continua a creare disservizi e ingiustizie, soprattutto tra i precari. È un tema di cui ci siamo occupati spesso su Collettiva e rispetto al quale abbiamo anche ricevuto lettere e segnalazioni.
E così, in barba alle promesse, a livello nazionale risultano da assegnare circa il 20% delle supplenze e in Lombardia addirittura il 35%".
La denuncia arriva dalla Flc regionale: “Il nuovo sistema informatico nazionale del ministero per l’assegnazione delle supplenze ha in parte consentito un primo blocco di supplenze a settembre, ma a seguito di errori di calcolo dell’algoritmo la situazione è ancora di emergenza. Al 30 settembre in Lombardia risultano da assegnare alle scuole ancora 5.108 supplenze".
Particolarmente colpito il sostegno, dove, continua la Flc lombarda, "l’assenza cronica di docenti con specializzazione per il sostegno agli alunni diversamente abili, necessita una procedura di assegnazione di supplenze a docenti non specializzati con incrocio di tutte le diverse graduatorie. Delle 5.108 supplenze ancora da assegnare ben 3.227 sono posti di sostegno, con grave danno per l’utenza più fragile che ha urgenza della presenza della figura specifica". Le restanti supplenze ancora da assegnare sono 64 posti all'infanzia, 362 posti alla primaria, 468 posti alle medie e ben 997 posti alle superiori.
I numeri più eclatanti riguardano la provincia di Milano, fortemente in ritardo. In aggiunta c’è da segnalare la criticità delle molte graduatorie già esaurite. "La professione dell'insegnante non è più attraente per molte ragazze e molti ragazzi - continua il sindacato lombardo -. Percorso di studio lungo, precarietà, concorsi a singhiozzo e stipendi bassi sono elementi che allontanano e non attraggono. Se si aggiunge come la scuole e gli insegnanti, in questi anni siano stati poco considerati e come siano stati non valorizzati nel loro ruolo fondamentante per il Paese, la somma dà un risultato negativo”.
Oltre dunque all’emergenza algoritmo c’è bisogno di interventi strutturali sul reclutamento: anche così si valorizza il lavoro degli insegnanti. “Servono concorsi banditi regolarmente, concorsi riservati per chi ha anni di servizio di supplenza; aumentare i posti per i corsi di specializzazione per il sostegno. Serve pensare a lauree abilitanti, come quella di scienze della formazione primaria. Serve riconoscere stipendi dignitosi”, conclude la nota.