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“Lo sciopero riuscito e molto partecipato che si è svolto a Pomigliano non è stato certo autolesionismo, a un atto di responsabilità. Pretendere investimenti, adeguare l'organizzazione del lavoro, chiedere formazione, volere il ritorno alla produzione di chi è ancora in cassaintegrazione, proporsi di rendere gli investimenti massimamente produttivi, era ed è l’obiettivo dei lavoratori e della Fiom di Pomigliano. Non a caso hanno sospeso gli scioperi e hanno chiesto una discussione ai vertici aziendali al fine di aumentare produzione e occupazione”. È quanto afferma la Cgil nazionale dopo la protesta odierna nello stabilimento campano. “Ora – prosegue la nota – ci aspettiamo un salto di qualità e di responsabilità da parte di Fca, che deve avviare subito il confronto con i sindacati e discutere come e con quali strumenti aumentare la produzione in presenza di una cassaintegrazione che coinvolge ancora metà dei lavoratori di Pomigliano. Un salto di qualità – conclude il comunicato – Cgil e Fiom lo chiedono anche al governo che deve aprire una discussione con sindacati e imprese, a partire proprio da Fca. Le ultime contraddittorie misure sull’auto, infatti, non solo non affrontano i problemi del settore, ma rischiano senza politiche industriali serie di aggravare la crisi di un settore come quello dell’automotive che occupa più di 180 mila lavoratori”.
La decisione di sospendere lo sciopero odierno, spiega Michele De Palma della Fiom nazionale, è maturata questa mattina durante una riunione con i delegati e i lavoratori presso la sede della Fiom di Pomigliano. L’obiettivo delle tute blu resta quello di aprire un confronto con la direzione aziendale di Fca. Nel corso della riunione è stato anche stabilito di tenere per il prossimo giovedì 7 marzo un'assemblea di tutte le lavoratrici e di tutti i lavoratori degli stabilimenti di Pomigliano e Nola. “I lavoratori interrompendo le iniziative di sciopero – sottolinea l’esponente della Fiom – hanno dimostrato un grande senso di responsabilità. Spetta ora all'azienda aprire il confronto e giungere a un soluzione condivisa. L'obiettivo è la redistribuzione del lavoro utilizzando maggiormente gli impianti con l'aumento dei volumi produttive e per la stessa Fiom “invita le altre organizzazioni sindacali a non dividere le maestranze, ma ad ascoltare e rappresentare le istanze delle lavoratrici e dei lavoratori”.
Sul caso torna anche il segretario della Cgil di Napoli Walter Schiavella: “Bisogna evitare polemiche sterili, alimentate più dalle vicende del passato che dalla necessità di rispondere alle difficoltà del presente e alle sfide del futuro”. È questo lanciato dal segretario generale della Camera del lavoro: “Ad oggi siamo ancora in presenza di troppe incertezze sul futuro dello stabilimento – aggiunge Schiavella – determinate da scelte aziendali e da politiche del governo confuse e penalizzanti per il Mezzogiorno. Ne è prova il ricorso ancóra massiccio alla cassa integrazione. Di fronte a tale situazione, se si continua a rispondere ai picchi produttivi solo a scapito delle condizioni lavorative non ci si può stupire se, alla richiesta di aumento dei turni, i lavoratori rispondono con lo sciopero”.