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La Jabil Circuit Italia ha confermato i 350 licenziamenti per lo stabilimento di Marcianise (Caserta). Nessuna buona notizia, dunque, dall'incontro che si è tenuto oggi (giovedì 27 giugno) a Roma, presso la sede del ministero dello Sviluppo economico. "Inutili sono stati i tentativi del vicecapo gabinetto del ministero Giorgio Sorial, dell'assessore regionale al Lavoro Sonia Palmeri e del sindaco di Marcianise Antonello Velardi, di far ritirare i licenziamenti. Non è accettabile una scelta irresponsabile e scellerata che assesta un ulteriore colpo al già fragile apparato industriale di Caserta”: questo il commento di Francesco Percuoco, segretario generale della Fiom Cgil provinciale.
Lunedì 24 l'azienda ha comunicato la decisione di aprire una procedura di licenziamento collettivo per 350 lavoratori. Un’altra multinazionale americana che decide di disimpegnarsi progressivamente dall'unico stabilimento rimasto in Italia. E questo nonostante abbia acquisito negli ultimi anni in provincia di Caserta altre aziende operanti nel settore dell’elettronica, come Marconi, Nokia/Siemens ed Ericsson, che complessivamente impiegavano migliaia di addetti. "Dopo la Whirlpool – ha aggiunto Percuoso - un'altra multinazionale americana mostra il volto più crudele di un capitalismo che insegue esclusivamente il profitto, dopo anni di shopping sul territorio e continui tagli occupazionali. Fiom, Fim, Uilm e Failms, insieme ai lavoratori, sono determinati a far cambiare idea alla Jabil”. Per venerdì 28 giugno, intanto, è prevista (alle ore 10.30) un’assemblea dei lavoratori davanti ai cancelli dello stabilimento per decidere le iniziative da intraprendere.
Grande preoccupazione esprimono anche i metalmeccanici della Uil. "Dopo tre ore di discussione e un tentativo del governo, in ristretta, di far recedere dalla propria posizione la Jabil, la multinazionale ha confermato la linea estremamente rigida che non prevede nessun congelamento della procedura di licenziamento collettivo", illustrano Antonio Accurso (segretario generale Uilm Campania) e Giovanni Rao (segretario regionale e responsabile del settore). "Abbiamo ribadito - aggiungono - che è un atteggiamento inaccettabile e che rompe con una tradizione di condivisione dei problemi che negli anni ha permesso di superare momenti anche complicati. E' necessario un pressing istituzionale che faccia ritrovare la via del dialogo e imponga il ritiro della strada unilaterale. Non è ipotizzabile la gestione di una quantità di esuberi che nel numero supera i lavoratori che dovrebbero rimanere occupati". Per Accurdo e Rao, dunque, va ricercata "una via d'uscita che non lasci persone per strada, altrimenti tutto può essere messo in discussione e si vanificheranno tutti gli sforzi profusi negli anni per salvare questo insediamento".