Autisti, assistenti di volo, operatori sanitari, agenti della polizia penitenziaria, insegnanti di ogni ordine e grado, portalettere e via dicendo. È davvero lungo – e continua ad allungarsi senza sosta – l’elenco delle categorie di lavoratori che subiscono aggressioni mentre sono in servizio; un tema che per varie cause concomitanti sembra essere esploso negli ultimi anni e che puntualmente, ogni estate, sale agli onori delle cronache con i casi più assurdi, tanto da trasformarsi in una inedita battaglia per il sindacato.

L’operatore ambientale ferito alla testa

Uno degli ultimi episodi si è registrato a Bologna la mattina del 18 agosto: un operatore ambientale stava cambiando i sacchetti nei cestini per la raccolta dei rifiuti in prossimità del manufatto del Pincio quando ha sorpreso un individuo intento a rompere gli specchietti del mezzo in dotazione; nel tentare di dissuaderlo è stato aggredito con colpi alla testa, alle gambe e alle braccia. L’intervento dei colleghi e delle forze di polizia ha scongiurato il peggio e l’operatore, portato al pronto soccorso del Sant’Orsola, se l’è “cavata” con alcuni punti di sutura in testa.

“Come Fp Cgil di Bologna – ha commentato il sindacalista Fausto Fava – abbiamo più volte rappresentato le preoccupazioni raccolte tra le lavoratrici e i lavoratori che operano nella zona compresa tra la stazione ferroviaria, piazza XX Settembre, Montagnola e piazza dei Martiri, che troppo spesso sono oggetto di intimidazioni e minacce da parte di chi si sente disturbato nell’agire il malaffare. Occorre che le aziende, i datori di lavoro e i soggetti committenti si rendano parti sempre più attive per garantire la sicurezza di chi opera al servizio delle comunità”.

Trasporti nel mirino

Tra i settori storicamente più colpiti c’è sicuramente quello dei trasporti. Significativa è la testimonianza che abbiamo raccolto su Collettiva qualche settimana fa, quella di Alessandra Migliaccio, assistente di volo Ita Airways che lavora a bordo degli aerei dal 1995. Ci ha raccontato la propria esperienza, di come siano aumentate le aggressioni verbali e fisiche al personale viaggiante e dell’impatto sulla vita privata di chi si vede l’orario di lavoro prolungato dai disservizi, in particolare sulle donne. Un argomento talmente sentito nel mondo dei trasporti da spingere la Filt Cgil a chiedere di trasformare queste aggressioni in un reato specifico.

Il postino suona solo una volta (e viene aggredito)

Un altro episodio assurdo si è verificato la settimana scorsa nella Capitale, questa volta ai danni di un lavoratore di Poste Italiane. Un portalettere del Centro di distribuzione Roma Centro è stato brutalmente aggredito da un utente infuriato semplicemente perché il postino aveva suonato il campanello. Secondo quanto denunciato dalla Slc Cgil Roma e Lazio, il portalettere è stato ripetutamente colpito con calci e pugni, anche quando era ormai a terra incapace di difendersi. La gravità dell'aggressione ha richiesto l'intervento del personale medico del Pronto soccorso; fortunatamente, però, il lavoratore non ha riportato lesioni gravi e le sue condizioni di salute sono stabili. “Quanto accaduto riaccende i riflettori su un fenomeno che purtroppo denunciamo di frequente: la violenza contro le lavoratrici e i lavoratori postali”, ha dichiarato con preoccupazione il sindacato che rappresenta i lavoratori del settore.

Sei aggressioni in quattro giorni al personale sanitario

A raccontarle è oggi (20 agosto) il quotidiano Avvenire elencando i luoghi delle aggressioni che non conoscono territorialità specifiche: Castellammare di Stabia (Napoli), Viareggio (Lucca), Galatina (Lecce), Foggia, Monfal­cone (Trieste), Crotone: le vittime, come sempre, sono i medici e gli infermieri in prima linea, nelle ambulanze, nei Pronto Soccorso. Sembra passato un secolo da quando, rinchiusi nel lockdown, li chiamavano “eroi”.

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