Ho cominciato a lavorare a 16 anni facendo il saldatore. Lavoravo in una cooperativa rossa. Eravamo un gruppo di giovani e il nostro lavoro si svolgeva nei cantieri. D'inverno c'era molto freddo. Allora, a un certo punto ci rivolgemmo alla nostra cooperativa per dirle che volevamo che venisse affrontato questo problema. Volevamo lavorare meno d'inverno al freddo perché non si resisteva.
La cooperativa ci disse che avevamo ragione e che il problema esisteva, ma che dovevamo fare dei sacrifici. Era una cooperativa rossa, erano tutti iscritti al Partito Comunista. Allora, mentre ascoltavo il presidente, mi venne d'istinto di rispondergli e di dirgli che anch'io avevo in tasca la sua tessera di partito, ma che avevo freddo lo stesso. E che quindi il nostro problema doveva essere affrontato.
Gli altri miei colleghi mi dissero che dovevo fare il delegato. Aprimmo una vertenza e riuscimmo a portare a casa il risultato che nei mesi di gennaio e febbraio di ogni anno si lavorava sette ore, pagate otto.
Lì ho imparato che fare il delegato vuol dire rappresentare le condizioni di chi lavora insieme a te e vuol dire non guardare in faccia a nessuno, ma essere in grado, sempre, di avere come riferimento i bisogni delle persone che vuoi rappresentare. Ho anche imparato che fare il delegato non è un mestiere, ma è un impegno, una scelta, quella di ragionare sul fatto che i problemi individuali vanno affrontati anche collettivamente.
Mi permetto di rivolgermi a voi, donne e uomini che lavorate nel settore pubblico e della conoscenza, per chiedervi di fare i delegati. Perché in realtà voi, con il vostro lavoro, non solo vivete, ma, attraverso il vostro lavoro, voi garantite anche i diritti di cittadinanza e i diritti collettivi, i diritti fondamentali di ogni cittadino.
Questo è un fatto molto importante perché attraverso il vostro lavoro voi garantite il diritto allo studio, il diritto alla salute, il diritto di cittadinanza in senso generale. E allora fare il delegato e rappresentare la Cgil nel settore pubblico vuol dire essere in grado di tenere sempre assieme queste due esigenze: la qualità del lavoro, la qualità del fare le cose, ma anche la qualità dei servizi e dei diritti che vengono garantiti ai cittadini.
Questo, in una parola, è fare sindacato ed essere un sindacato confederale. Per questo è importante il vostro lavoro e il vostro contributo. Il sindacato senza gli iscritti e senza le delegate e i delegati non esisterebbe.
La nostra forza è proprio questa, avere milioni di iscritti, ma avere anche centinaia di migliaia di delegati e delegate che ogni giorno ci mettono la faccia, che ci rappresentano e che rappresentano il sindacato nei luoghi di lavoro.
Maurizio Landini, segretario generale della Cgil
(video a cura di Ivana Marrone)
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