“Rivolta sociale significa non voltarsi dall'altra parte rispetto alle diseguaglianze e mettersi insieme per cambiare le cose”. Così il segretario generale Cgil Maurizio Landini in un’intervista apparsa oggi (lunedì 18 novembre) sul Corriere della sera: “Il governo ha la maggioranza in Parlamento ma non nel Paese, fa aumentare la povertà e non negozia con chi rappresenta tutti i lavoratori e i pensionati”.

Lo sciopero generale del 29 novembre

“Ci arriviamo dopo quelli di metalmeccanici, chimici, scuola, trasporti locali e le manifestazioni di pubblico impiego, pensionati e studenti. E dopo una legge di bilancio e un Piano strutturale che vincola il Paese a sette anni di austerità”, dice il leader sindacale: “Ho richiamato la rivolta sociale per dire alle persone di non voltarsi dall'altra parte rispetto alle diseguaglianze e mobilitarsi insieme”.

Landini sottolinea che “lo Stato sociale e i diritti nel lavoro esistono grazie alle lotte del sindacato. Del resto, è la Costituzione che dice che siamo una Repubblica fondata sul lavoro. Oggi non è così: si è poveri anche lavorando, i giovani sono precari e costretti a emigrare”.

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E respinge al mittente le accuse arrivategli di fomentare le piazze. “Chi sta fomentando la situazione è il governo e la sua logica autoritaria”, replica Landini: “Quando le persone si rivoltano contro le ingiustizie e scendono in piazza nessuno dovrebbe averne paura, perché conflitto e mediazione sociale sono il sale della democrazia”.

Una finanziaria da riscrivere

Per Cgil e Uil vanno anzitutto cambiati i provvedimenti fiscali, ritirando “flat tax e concordato, e tassando profitti e rendite finanziarie e immobiliari”. Vanno “restituiti i 17 miliardi di maggiore Irpef del 2024 a lavoratori e pensionati, nella sanità e non autosufficienza e nei contratti pubblici, ritirando l'intesa separata favorita dal governo”.

Landini sottolinea la necessità della “riforma delle pensioni, della detassazione degli aumenti contrattuali, delle assunzioni di ispettori per la sicurezza sul lavoro e il superamento del subappalto. Infine, il ripristino dei fondi per automotive e Sud e il ritiro del decreto sicurezza”.

Il rapporto con il governo

“L’esecutivo ha la maggioranza in Parlamento, ma non nel Paese”, argomenta il segretario generale Cgil: “Non metto in discussione il governo eletto, ma quando la metà degli elettori non va a votare, dico che il governo non ha la maggioranza nel Paese e non è autorizzato a mettere in discussione i diritti di lavoratori e pensionati”.

Il governo “va avanti senza ascoltare chi rappresenta la maggioranza del Paese”. Il sindacato, invece, rappresenta “tutti i lavoratori e i pensionati. Quando facciamo accordi, li firmiamo anche per chi vota per questo governo. Ma questo governo, pregiudizialmente, non negozia. Noi vogliamo contrattare secondo un modello democratico, mentre il governo sta cambiando la Costituzione a colpi di maggioranza”.

L’autonomia differenziata

La Cgil è tra i promotori del referendum sull'autonomia differenziata. “La sentenza conferma in parte la nostra contrarietà”, conclude Landini: “Leggeremo le motivazioni e saremo rispettosi delle decisioni della Cassazione, ma andremo a sostenere le nostre ragioni e quelle di 1,3 milioni di firmatari: per noi il referendum resta in piedi perché non vogliamo solo modifiche, ma abrogare questa legge”.