Bisogna sfatare l’assunto che “chi oggi è al governo non è la maggioranza di questo Paese” nonostante abbia vinto le elezioni. A dirlo, dal palco della festa della Cgil a Imola, è il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini.
“Vogliamo guardare i numeri? Chi oggi è al governo, alle elezioni politiche, ha preso 12 milioni e mezzo di voti; quelli che sono andati a votare, e che non hanno votato questo governo, sono 15 milioni” e poi ci sono i “18 milioni che non sono andati a votare”, ha ricordato.
“Lo dico, e me ne assumo la responsabilità, siamo di fronte ad un governo pericoloso sul piano democratico” ha incalzato Landini, “perché quando hai una maggioranza in Parlamento, che non è la maggioranza del Paese, e pensi di cambiare la Costituzione e le leggi” e di usare questa maggioranza “in modo che il governo diventi il comando, non la ricerca di una mediazione o di un confronto, questo va impedito”.
Per il segretario della Cgil il governo sta infatti andando avanti con “l’Autonomia differenziata, il premierato e un attacco senza precedenti all’indipendenza e all’autonomia della magistratura” nonché “mettendo in discussione il ruolo stesso del sindacato”. Ad oggi – ha detto Landini – gli incontri tra sindacati e governo sono “finti, non c’è la volontà di aprire trattative vere” così come anche il ruolo del Parlamento viene messo in discussione.
La democrazia, ha concluso il segretario, “la si difende praticandola, non c’è un’altra strada”. Lo si fa “allargando la partecipazione della persone. È una scommessa portare al voto 25 milioni di persone, è difficile, ma non è impossibile. Questo non è il momento di delegare ma di fare la nostra parte”, ciascuno di noi.
“Questa festa della Cgil di Imola, organizzata coinvolgendo i giovani dei Papaveri, deve essere un esempio. Dobbiamo ridare un futuro alle nuove generazioni, rimettere al centro il futuro di questo Paese. E il futuro è fatto di giovani, qualità del lavoro, diritti, giustizia sociale. Dobbiamo svolgere questo compito e non avere paura”, ha aggiunto Landini alla fine dell’incontro.
“Ci sono dei momenti, e questo è uno di quelli, in cui serve coraggio. Non sono in grado di dirvi che sicuramente se ci mobilitiamo portiamo a casa dei risultati, ma so di sicuro che se non lo facciamo noi, non c’è nessuno che lo farà al nostro posto. E se non lo facciamo noi, le cose sono già scritte e già fatte. Non è più il momento di delegare. Per questo è necessario parlare con le persone, confrontarsi, avere il coraggio delle nostre idee, della nostra forza per provare a cambiare. Diamo voce e speranza di un possibile cambiamento”, ha concluso.
(in collaborazione con Laura Martelli)