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"Basta con gli interventi una tantum come i 200 euro che andranno nelle buste paga di luglio per chi guadagna fino a 35 mila euro. Questo governo continua a non capire che le persone non arrivano alla fine del mese. La situazione sociale sta diventando esplosiva. Servirebbero 200 euro al mese!”. In un’intervista apparsa oggi, 12 giugno, sul quotidiano La Repubblica, il segretario generale della Cgil, Maurizio Landini ribadisce che è “questo è il momento di fare scelte strutturali per aumentare i salari e le pensioni a partire da quelli più bassi. Si deve tagliare strutturalmente il carico fiscale su lavoratori e pensionati che sono anche coloro che in questo Paese pagano le tasse”.
II governo nell’ultima legge di bilancio, ha aggiustato un po’ il tiro riducendo le tasse e rimodulando le aliquote fiscali, ma non basta. “L'intervento del governo ha, nei fatti, finito per favorire i redditi più alti, quando l'80% dei lavoratori sta sotto i 30 mila euro. L'inflazione è una tassa occulta che colpisce chi guadagna meno ed ora sono tanti i lavoratori e i pensionati che non arrivano a fine mese. Siamo in emergenza ed è bene che il governo lo capisca”.
Sul nodo risorse Landini è chiaro: “Le risorse ci sono, basta decidere dove andarle a prendere. Penso a tutti i settori che hanno ottenuto extraprofitti durante la pandemia: c'è il settore dell'energia ma anche quello farmaceutico, per esempio. E poi vorrei capire perché, tra l'altro, le tasse sulle rendite finanziarie e sugli affitti, con il meccanismo della cedolare secca, debbano essere inferiori a quelle che gravano sul lavoro. Perché si penalizza il lavoro?”. La Cgil da tempo oltre a puntare il dito avanza proposte, a cominciare dall’aumento delle tasse sulle rendite e sugli affitti: “Serve una riforma fiscale complessiva fondata sul principio costituzionale della progressività. E propongo anche, se necessario, un contributo straordinaria a carico di chi ha di più. Si chiama solidarietà”.
Sulla questione salariale, il segretario generale della Cgil chiede di cominciare a rinnovare i contratti scaduti “e lo si faccia, come chiediamo, sulla base del tasso di inflazione effettiva e non di quella depurata dai fattori energetici. E poi, proprio perché in Italia c'è un sistema contrattuale importante, si recepisca al più presto la direttiva europea sul salario minimo e si stabilisca per legge la validità erga omnes dei contratti di lavoro certificando anche la rappresentanza delle organizzazioni sindacali e datoriali che li stipulano". Efficacia che deve riguardare non solo i trattamenti economici complessivi "ma pure le ferie, la malattia, il Tfr, gli infortuni e gli altri istituti contrattuali, per stabilire una soglia di diritti che valga per tutto il mondo del lavoro”.
Oggi, continua Landini, “non è più accettabile che ci sia competizione tra le persone che per vivere devono lavorare. Tra contratti a termine, part-time involontario e tutte le varie forme di contratti in Italia ci son almeno sei milioni di persone che vivono con un reddito annuo loro intorno ai diecimila euro. Le sembra un dato da Paese civile? Le forme contrattuali più assurde, come, tra le altre, il lavoro a chiamata, vanno cancellate e va introdotto un unico contratto di ingresso a contenuto formativo finalizzato alla stabilità occupazionale”.
Il prossimo sabato la Cgil ha promosso a Roma una grande assemblea-manifestazione, che si terrà in piazza del Popolo, e avvierà il congresso confederale, perché “non è più tollerabile una situazione di tale precarietà nel sistema di welfare, a cominciare dalla sanità e dalla scuola sarà l’occasione”, conclude Landini, e per avanzare una richiesta precisa di cambiamento: “Aumentare i salari e superare la precarietà”.