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In quest’epoca di smaterializzazione dei beni, di solitudine di massa, di disintermediazione, di lontananza dalla vita degli altri, in cui la tecnologia ci allontana dal contatto fisico con gli altri e permette di licenziare le persone via chat o tramite videoconferenza, questa storia che raccontiamo può apparire fuori dal tempo e un po’ “datata”, ma invece ha a che fare con i luoghi, i corpi, le facce di decine di persone “fisiche” in carne ed ossa. Una storia di lavoro e di lotta, di forza e di solidarietà, di rabbia e di dignità di lavoratrici e di lavoratori, di delegati e delegate sindacali che hanno perseguito un obiettivo e l’hanno raggiunto: quello di non perdere il lavoro.
La vicenda Spefar comincia l’8 febbraio di quest’anno. Quel giorno la Farmaceutici Procemsa Spa di Nichelino decide di rescindere improvvisamente il contratto con la Spefar Farmaceutici di Zan Giorgio & C., con decorrenza dal 9 febbraio 2021, lasciando di colpo a casa 34 persone (la maggior parte donne), addette alle lavorazioni finali di confezionamento dei prodotti farmaceutici, assunte con condizioni contrattuali ben diverse e peggiorative rispetto agli stessi colleghi Procemsa: si tratta del contratto nazionale del commercio che non ha in sé una clausola di salvaguardia occupazionale, quindi dall’oggi al domani quei lavoratori e quelle lavoratrici si sarebbero trovati senza lavoro.
La Filcams Cgil di Moncalieri proclama immediatamente lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori operanti nel sito, che nel frattempo si riuniscono in un presidio permanente contro l’atto ingiustificato e scellerato dell’azienda committente. Lavoratori e delegati della ditta committente Procemsa esprimono, in assemblea, la loro solidarietà ai loro colleghi di filiera.
Per tre settimane, dalle 6 del mattino alle 8 di sera, lavoratrici e lavoratori presidiano l’azienda, supportati da Filcams, Filctem, Camera del Lavoro di Torino e territoriale di Moncalieri e nello stesso tempo i sindacati ottengono un tavolo di confronto all'Unione Industriale di Torino per affrontare la situazione, che intanto si aggrava per il comportamento inqualificabile della Procemsa.
Proprio in quelle ore provvede a sostituire i lavoratori e le lavoratrici, senza lavoro, con altri lavoratori esterni chiamati tempestivamente a proseguire l'attività di confezionamento, interrotta forzatamente per volontà unilaterale dell’azienda.
Un atteggiamento ostile che però non scoraggia sindacati e lavoratori: le trattative e il presidio permanente vanno avanti per mesi, fino al 6 maggio, quando tutte le lavoratrici ed i lavoratori firmano la propria lettera di assunzione per un nuovo contratto a tempo indeterminato full-time, senza periodo di prova, con l’applicazione del contratto nazionale Trasporti e Logistica, più congruo e tutelante rispetto all'attività svolta.
La Procemsa affida l'appalto alla società Nicma & Partners spa, che conferma la disponibilità ad assumere tutto il personale alle predette condizioni e, nel frattempo, l’azienda paga in surroga le mensilità retributive di gennaio e di febbraio, fino alla data di cessazione dell'appalto (6 maggio), impegnandosi ad erogare entro il 15 giugno il pagamento del TFR maturato dall'inizio alla cessazione dell'appalto, che per alcuni lavoratori copre un lasso di tempo di oltre 10 anni.
Lavoratrici e lavoratori tornano a lavorare il 10 maggio, senza scoperture di reddito e con condizioni contrattuali migliorative. Un risultato importante raggiunto con un grande impegno da parti di tutti, in primis delle lavoratrici e dei lavoratori, che con costanza e sacrificio non hanno mai abbandonato il loro primo obiettivo: avere nuovamente un posto di lavoro.
Per questo hanno lottato insieme alle organizzazioni sindacali. Questo dimostra come il sindacato abbia ancora una funzione essenziale da esercitare nel cercare di realizzare una maggiore equità sociale e di migliorare le condizioni di lavoro e di vita delle persone.
Il sindacato lotta quotidianamente accanto ai lavoratori per garantire loro tutele e diritti. Non sempre i risultati auspicati arrivano, però la vicenda Procemsa-Spefar incoraggia a non smettere di crederci, a continuare la lotta per tutti coloro i cui diritti vengono negati ogni giorno.