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Torna sul tavolo del Ministero dello Sviluppo Economico un'ennesima vertenza dai numeri allarmanti: parliamo di Abb, multinazionale svizzera, colosso dei settori della robotica e dell'automazione, che ha annunciato a gennaio la chiusura del reparto produzione dei motori di media tensione e generatori di Vittuone (Milano), trasferendo parte delle attività a Helsinki. Il 30 maggio ha avviato le procedure di licenziamento collettivo per 108 lavoratori.
Dall'ultimo incontro del 16 maggio scorso i sindacati erano usciti molto poco soddisfatti: "Nessuna apertura rispetto alle nostre richieste, a parte una disponibilità a rivedere l’incentivo economico per coloro che volontariamente decideranno di lasciare l’azienda", spiegava Mirco Rota, responsabile nazionale Fiom per il gruppo Abb.
Secondo Rota la strategia di Abb è molto chiara: "Soldi per incentivare i lavoratori ad andarsene dal gruppo, nulla o poco più per chi vorrebbe continuare a lavorare in azienda". Ma questo, secondo il sindacalista della Fiom è "inaccettabile per chi vuole fare un accordo sindacale per tutelare il lavoro, diversamente da chi ha deciso di portare il lavoro in Finlandia, usando i soldi per liberarsi di chi per anni ha lavorato in azienda e vorrebbe continuare a farlo".