Con una retromarcia senza precedenti annunciata in una manciata di ore dalla prima sconcertante decisione di trasferire 77 lavoratori da Bologna ad Avellino, sancendo di fatto la fine della storica sede bolognese, Industria Italiana Autobus tocca il fondo. Lo tocca per altro proprio di 2 agosto, data luttuosa per la città delle due torri, dimostrando, come sottolinea il segretario generale della Camera del Lavoro, Michele Bulgarelli, “un’ignoranza senza limiti” o confermando “l’inadeguatezza dell’imprenditore”.

Oltre alla scorrettezza, il 2 agosto a Bologna non è un giorno casuale. O denota un’ignoranza senza limiti, e confermerebbe l’inadeguatezza dell’imprenditore, oppure è voluto: l’ennesimo sfregio sulla città di Bologna. Non so cosa è peggio

Michele Bulgarelli

L’antefatto

Andiamo per ordine. Sono le 14:46 del 2 agosto. Le agenzie battono una durissima replica dei sindacati metalmeccanici alla notizia comunicata in mattina dall’azienda di autobus. 

Il trasferimento collettivo dei lavoratori di Bologna a Flumeri (provincia di Avellino) a fare data dal 16 settembre “di fatto – scrivono i sindacati – sancisce la cessazione dell'attività produttiva nella fabbrica emiliana e quindi rappresenta un atto gravissimo che va contro tutti gli impegni pubblicamente assunti dal Ministero delle Imprese e del Made in Italy. Il Mimit ci aveva dato una serie di rassicurazione al momento del passaggio di IIA all’imprenditore Civitillo, che oggi vengono clamorosamente disattese”.

“Il Mimit e Invitalia – scandisce con durezza la nota firmata da Fim Fiom Uilm Fismic UglM – sono dunque responsabili di tutto questo e dovranno portare Civitillo a ritirare la comunicazione di trasferimento facendo valere il diritto di veto che Invitalia aveva dichiarato di poter agire in determinate condizioni.
Fin da oggi è dichiarato lo stato di agitazione in entrambi gli stabilimenti, a Bologna si sta già scioperando e nei prossimi giorni verranno proclamate ulteriori iniziative di lotta”.

I metalmeccanici sul piede di guerra chiedono l’immediata convocazione di un tavolo istituzionale con la presenza del Ministro Urso. “Le perplessità che le organizzazioni sindacali avevano sempre espresso rispetto la scelta compiuta dal Governo, purtroppo, si sono subito concretizzate. Ancora una volta ciò che il Mimit dichiara un giorno viene incredibilmente smentito poche settimane dopo”.

La lotta paga

La veemente reazione sindacale alla quale si aggiungono per altro quelle delle istituzioni, dal sindaco, Matteo Lepore, all’assessore al Lavoro della Regione, Vincenzo Colla, producono in tempi record un primo risultato con il ritiro della procedura di trasferimento coatto dei lavoratori di Bologna

“Contro la comunicazione di IIA di trasferimento coatto dei lavoratori da Bologna a Flumeri, a causa della chiusura della storica fabbrica emiliana, le organizzazioni sindacati, insieme ai lavoratori dei due stabilimenti hanno messo in piedi una reazione forte, proclamando immediatamente sciopero. La conseguenza è stata il formale ritiro della procedura di trasferimento".

"Il risultato – scrivono i sindacati – è importantissimo e manda un segnale molto forte alla proprietà e anche al Governo: IIA non deve chiudere nessuna fabbrica né ad Avellino né a Bologna. I due stabilimenti dovranno continuare a lavorare entrambi”.

La convocazione al Mimit è comunque più che mai necessaria perché il Governo deve essere garante di un piano industriale di sviluppo e di salvaguardia. Le organizzazioni sindacali e i lavoratori non permetteranno altre soluzioni”.