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Accordo raggiunto tra la Kme e un gruppo cinese, Zhejiang Hailiang Co, per la cessione delle barre in ottone e dei tubi negli stabilimenti del gruppo Europeo. In Italia le barre vengono prodotte nello stabilimento di Serravalle Scrivia (Alessandria), dove lavorano circa 150 dipendenti, mentre la lavorazione dei tubi, sempre prodotti nel sito di Serravalle, era già stata passata ad altra società di cui Kme detiene il 51%, ma che, a seguito di questa operazione, probabilmente sarà ceduta definitivamente.
È quanto apprende “con stupore” la Fiom Cgil nazionale. Perché il sindacato il 22 ottobre 2018 aveva firmato con Kme un accordo che prevedeva il rilancio dei siti in Italia (Fornaci di Barga, Serravalle Scrivia, Firenze) con specifici investimenti. Alla Kme Brass di Serravalle, nell’accordo, era tra l'altro prevista la specializzazione dello stabilimento proprio nel settore barre di ottone, oltre che il rientro di volumi produttivi da altri stabilimenti del gruppo.
L’azienda si era poi impegnata a non spostare produzioni che potessero implicare la perdita di volumi produttivi, mentre ora ci si trova davanti alla cessazione di attività. “Questa operazione implica un restringimento produttivo, dei prodotti, degli stabilimenti e dei livelli occupazionali della Kme in Italia – accusa Massimo Braccini, coordinatore nazionale Fiom gruppo Kme. Riduzioni che, “nonostante i molti passaggi societari avvenuti in questi anni, mai erano avvenuti a questo livello”.
Le barre sono infatti sempre state un settore importante, che ha dato risultati positivi e gli stabilimenti di Fornaci di Barga e Serravalle “sono sempre stati i pilastri produttivi del gruppo”. Mentre così resterebbero solo le produzioni nel sito di Fornaci ed il centro direzionale a Firenze, “con tutte le incognite del caso”.
“Non condividiamo questa operazione e chiediamo il pieno rispetto degli accordi sindacali – continua la Fiom -. Convocheremo un coordinamento sindacale nazionale, in quella sede valuteremo se proclamare specifiche iniziative di mobilitazione”. Nello specifico il sindacato vuole verificare “se l’acquisizione da parte di Kme dell’azienda tedesca Mkm va a definizione ed in che termini”, ma, vista la situazione, “si rende necessario un urgente passaggio al Ministero dello Sviluppo Economico per chiarire le prospettive industriali del Gruppo Kme in Italia”.