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È saltata nella notte la trattativa tra governo, sindacati e multinazionale americana Jabil Circuit per “salvare” i 190 lavoratori del sito di Marcianise (Caserta). Dopo 73 ore di discussione in videoconferenza, intorno alla mezzanotte l'amministratore delegato Clemente Cillo ha fatto retromarcia: stop al ritiro dei licenziamenti effettivi da oggi (martedì 26 maggio). Le proposte del governo, formulate dal ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, sono state rispedite al mittente. Oltre alla possibilità di prorogare di altre cinque settimane la cassa integrazione, come previsto dal “decreto rilancio”, il dicastero aveva messo sul piatto anche fondi per incentivare la ricollocazione dei 190 lavoratori.
“Un comportamento di un’arroganza inaudita, cui le multinazionali cominciano ad abituarci”, questo il primo commento delle segreterie nazionali di Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil e Failms: “La Jabil ha confermato la volontà di lasciare senza lavoro 190 famiglie in un momento di emergenza sanitaria ed economica, in un territorio già in forte difficoltà, nonostante il blocco dei licenziamenti previsti dal decreto cura Italia e prorogati con il decreto rilancio”.
Nella giornata odierna la discussione dovrebbe riprendere, come promesso dalla ministra Catalfo, con la partecipazione di Otto Bik, membro del Cda di Jabil. La titolare del dicastero, assieme alla sottosegretaria Alessandra Todde, dopo aver rimarcato la decisione di Jabil di interrompere la trattativa “in modo unilaterale e inaspettato quando le parti erano ormai vicinissime all'intesa”, ha comunque manifestato “la volontà di interloquire direttamente con i vertici di Jabil per conoscere le ragioni di questo inspiegabile dietrofront”. La ministra ha infine ribadito la nullità dei licenziamenti, dovuta sia al mancato rispetto della procedura in materia di licenziamenti collettivi sia per effetto delle misure straordinarie varate dal governo per fronteggiare l'emergenza coronavirus.
La vertenza della multinazionale dell'elettronica è iniziata undici mesi fa, quando furono annunciati 350 esuberi. Finora i lavoratori che hanno trovato ricollocazione o uscite incentivate ammontano a 160, mentre gli altri sono in cassa integrazione da giugno 2019. “È mortificante per il governo e le istituzioni di questo Paese il comportamento della Jabil, che dopo tre giorni di trattativa ha fatto saltare il tavolo, procedendo a licenziamenti illegittimi”. A dirlo è il segretario della Fiom Cgil di Caserta Francesco Percuoco, sottolineando che “la ministra Catalfo si è impegnata a fondo, ha protestato contro la scelta dell'azienda, ma non c'è stato nulla da fare”.
Per il segretario Fiom "è stato sconcertante assistere a un ennesimo atto di prepotenza e arroganza di un'altra multinazionale americana che, nonostante l'impegno forte e in prima persona di un ministro del governo italiano, si sente autorizzato a dire che loro se ne fregano delle leggi Italiane". Francesco Percuoco, in conclusione, rimarca che "non è la prima volta che una multinazionale vuole imporre le proprie scelte prevaricando la sovranità di uno Stato. Ormai il sistema non regge più, c'è una dittatura della finanza e dell'economia che schiaccia gli interessi dell'intero Paese e dei propri cittadini".
Per il segretario generale della Cgil Campania, Nicola Ricci, “viviamo l’ennesima brutta pagina per questa regione. Come tutte le multinazionali, anche Jabil ha dimostrato di non rispettare le leggi italiane, lasciando a casa 190 lavoratori e le loro famiglie. Il Governo è stato messo sotto scacco, nonostante il divieto dei licenziamenti previsti nel decreto Cura Italia e confermati dall’ultimo decreto Rilancio, e questo ci preoccupa molto. Attendevamo per oggi una nuova videoconferenza tra Governo ed azienda che, ad ora, non c’è ancora stata. Da domani proseguiremo la lotta al fianco dei lavoratori, sarà una battaglia dura ma metteremo in campo ogni risorsa per contrastare la decisione di Jabil”.