La riforma degli Ipab, gli Istituti pubblici di assistenza e beneficenza, è ancora ferma al palo e allora i sindacati tornano in piazza. Lo fanno a Venezia, dove domani, martedì 12 marzo, si terrà un presidio davanti a palazzo Balbi cui parteciperà una nutrita delegazione (circa un centinaio) di lavoratori delle Ipab venete assieme a gruppi di pensionati e rappresentanti sindacali. L’appuntamento è per le 9.30 ed è previsto per metà mattinata un incontro tra una delegazione della Cgil e l’assessore Lanzarin.
“I nodi da affrontare sono molti – si legge in una nota della Cgil – e, proprio partendo dalla riforma, si tratta di approdare a una ridefinizione del ruolo delle Ipab (110 in Veneto) che devono veder rafforzata la loro natura pubblica ed estendere la propria capacità di intervento nella filiera dei servizi territoriali e dell’integrazione sociosanitaria. Ciò anche a fronte del progressivo invecchiamento della popolazione che comporta una maggiore domanda e pluralità di servizi”.
La Cgil pone anche altre richieste che riguardano sostanzialmente tre ordini di questioni: l’aumento delle impegnative di residenziali e del loro importo, fermo ai livelli del 2010 e non più consono a fronte dell’evoluzione che c’è stata; l’incremento degli organici, dagli operatori sociosanitari fino a professionalità specifiche quali geriatri, psicologi, assistenti sociali, di cui vi è una forte carenza nelle strutture; l’applicazione in tutto il sistema dell’assistenza (pubblico e privato) dei contratti nazionali firmati dalla organizzazioni maggiormente rappresentative per evitare, soprattutto in alcune strutture accreditate, trattamenti del personale diversi e peggiorativi.