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“Lo scenario economico globale sarà dominato dagli effetti negativi della pandemia e il drastico ridimensionamento del commercio mondiale influenzerà il commercio estero nazionale. Per rilanciare l’economia italiana occorreranno investimenti pubblici per compensare la caduta della domanda privata”. Così la vicesegretaria generale della Cgil, Gianna Fracassi commenta le previsioni economiche diffuse dall’Istat.
“L'Istituto nazionale di statistica rileva - sottolinea Fracassi - una ripresa ‘dimezzata’: una recessione profonda per quest'anno e un rimbalzo positivo molto meno forte della caduta. Tutto ciò nonostante le misure di sostegno al lavoro, alle famiglie e alle imprese messe in campo dal governo e nonostante la scommessa sull'efficacia della politica monetaria accomodante e, ancor di più, su una politica europea espansiva”.
“In linea col quadro macroeconomico tendenziale del governo, presentato poco meno di due mesi fa nel Def, si prevede - prosegue Fracassi - una marcata contrazione del Pil determinata prevalentemente dalla domanda interna e, in particolare, dalla caduta dei consumi (-8,7%) e dal crollo degli investimenti (-12,5%), che rimontano solo parzialmente nel prossimo anno”. “D'altra parte - aggiunge la dirigente sindacale - l'Istat prevede segno negativo per i salari reali nel biennio e una brusca riduzione dell’occupazione nel 2020 (-9,3%), misurata in termini di unità di lavoro quindi tenendo conto delle ore lavorate, con una ripresa, anche qui, molto limitata nel 2021 (+4,1%)”.
“Per questo, occorre un nuovo ruolo economico dello Stato. I presupposti e le risorse ci sono tutti, a livello nazionale ed europeo. Serve solo programmare, assieme alle parti sociali, gli investimenti pubblici, le riforme, la creazione di lavoro, il nuovo welfare, la nuova governance pubblica. Insomma - conclude Fracassi - un piano che utilizzi al meglio i fondi a disposizione, coniugando le risposte all'emergenza con la visione di un nuovo modello di sviluppo”.