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Per i 10.500 addetti di Engineering Ingegneria Informatica l'anno si apre così come si era chiuso: all'insegna degli scioperi. Oggi (martedì 15 gennaio) si fermano per la prima delle due giornate nazionali di protesta già indette. Da dieci anni la società (che ha sedi in numerose città italiane, oltre che all’estero) aumenta i ricavi e la redditività, ma non intende discutere di incrementi economici ai lavoratori. Da qui la decisione di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil di proclamare quattro ore di sciopero (di cui le prime due oggi e le prossime due martedì 29 gennaio) e la sospensione delle prestazioni straordinarie. Quello odierno è solo l'ultimo di una serie di scioperi, che ha visto i dipendenti fermarsi il 25 settembre, il 19 ottobre, il 4 e il 18 dicembre.
“Anno nuovo, storia vecchia, nulla è cambiato", afferma Fabrizio Fiscella, Rsu Fiom Cgil Palermo: “L'azienda non intende rinnovare il contratto integrativo, fermo al 2009. E ai silenzi, ma anche alle dichiarazioni dell'amministratore delegato Paolo Pandozy, che ha parlato di un contratto a costo zero, i dipendenti replicano con iniziative di protesta dichiarate su tutte le sedi nazionali”. Il sindacato sottolinea come tra il 2009 e il 2018 Engineering abbia ormai consolidato la propria crescita: è in stato di salute, fa utili, i ricavi sono passati da 700 mila a un miliardo di euro, il valore dell’Ebitda è passato da 80 a 123 milioni di euro, i dipendenti sono cresciuti da 7 mila a 10.500 unità.
Il segretario generale della Fiom palermitana, Angela Biondi, evidenzia che “l'azienda continua a crescere: fattura oggi oltre un miliardo di euro e acquisisce società di anno in anno. Il contratto di secondo livello è un investimento per i suoi dipendenti, tra i principali fattori di successo”. Biondi ricorda anche che “il sondaggio lanciato dall’azienda nel febbraio 2018, nel quale sono stati chiamati a esprimersi i lavoratori, ha evidenziato un forte malcontento sulla questione del salario”. Un'azienda come la Engineering, riconosciuta “come un colosso del settore, non può non redistribuire parte della sue risorse ai lavoratori, che contribuiscono a renderla leader sul mercato nella trasformazione digitale e nella ricerca sul software”. Per queste ragioni, conclude Biondi, i dipendenti ritengono “inaccettabile l’atteggiamento dell’azienda e rivendicano i loro diritti, chiedendo l’immediata apertura di un tavolo per la trattativa”.