All’Inps la situazione occupazionale è allarmante. Nel Lazio, l’età media è più elevata rispetto a quella nazionale (55 anni): 56 per l’Area metropolitana di Roma e 57 nel resto del Lazio. Nella regione, il 31%, 1 lavoratore su 3, ha un’età compresa tra 61 e 70. Quindi, oltre 800 lavoratori potrebbero lasciare nei prossimi anni gli uffici di Roma e del Lazio. Come quadro generale, in quattro anni sono usciti circa 4.000 lavoratori in tutta Italia, il 12,8%. Nei prossimi due anni usciranno come minimo altre 2.428 persone, a fronte dei previsti 3.750 nuovi ingressi. Al netto dei pensionamenti, arriveranno negli uffici solo 1.322 persone in più, da distribuire in tutta Italia.
“Troppo pochi – secondo le stime della Fp Cgil di Roma e Lazio – per potenziare gli organici degli uffici e affrontare adeguatamente le tante nuove linee di attività che si prevedono con l’entrata in vigore delle disposizioni su pensioni, inclusa ‘quota 100’ e il previsto anticipo della liquidazione, reddito di cittadinanza, pace contributiva. I nuovi ingressi non colmeranno le carenze nel tempo acquisite. Nel Lazio si concentra la gran parte del lavoro pubblico, quindi anche la maggiore platea di lavoratori e lavoratrici in età avanzata e potenzialmente interessati dall’opzione di uscita introdotta con ‘quota 100’. Chi liquiderà le pensioni?”.
“La situazione è paradossale – prosegue la nota sindacale –; l’abbiamo detto denunciando complessivamente lo stato del comparto delle funzioni centrali, ovvero ministeri, agenzie, enti pubblici, dove 1 dipendente su 2 è in età pensionabile, ed è irrinunciabile investire in un piano straordinario e complessivo di assunzioni. Senza lavoratori, non c’è servizio: all’Inps sono troppo pochi per erogare tutte le prestazioni sociali e di sostegno al reddito affidate all’Istituto, dalla maternità alle pensioni, all’invalidità civile, fino a 'quota 100' e al reddito di cittadinanza, che già da marzo aggraverà ulteriormente il lavoro, di sportello e non solo. Una carenza di personale da tempo al limite del collasso. Il rapporto tra lavoratori e cittadini è preoccupante: nell’area metropolitana di Roma sono impiegati poco meno di 2.000 dipendenti, ovvero 1 lavoratore per 2.257 cittadini. Nel Lazio, dove sono impiegati altri 740 lavoratori, il rapporto è simile: 1 per 1.965 abitanti. Pochi giorni fa, una grave aggressione al personale di sportello nella sede Flaminio, ultima di una serie di episodi di violenza che gli operatori sono costretti ad affrontare, pagando per le inefficienze di un sistema in cui non si investe seriamente da anni. Le nuove assunzioni saranno sufficienti ad affrontare le nuove attività, senza penalizzare le altre prestazioni? Senza contare poi la necessità d'investire nell’ammodernamento delle sedi e delle strumentazioni, e far sì che l’Inps sia davvero in grado di gestire quanto l’aspetta”.