Il Paese reale è attraversato da una delle più gravi crisi industriali degli ultimi decenni, ma il governo sembra proprio non vederla. “Sceglie di narrare di un boom occupazionale che nei fatti si traduce in più precarietà, meno ore lavorate e un crescente ricorso alla cassa integrazione”, dice il segretario confederale Cgil Pino Gesmundo: “Racconta di un Paese che prospera e dove non esiste un problema salariale, mentre al contrario si licenziano lavoratori e lavoratrici, si dismettono intere filiere produttive e si entra nelle fasce di povertà pur avendo un lavoro”.

Per l’industria il governo non fa nulla, anzi, contribuisce ad affossarla ulteriormente. “Per far quadrare i conti hanno dovuto ridurre le risorse anche per le politiche di investimento e industriali”, spiega il leader Cgil Maurizio Landini: “Quando è stata presentata la manovra finanziaria è emerso, ad esempio, che il contributo previsto per il settore dell'automotive, che in Italia coinvolge oltre 300 mila persone ed è un elemento cruciale della nostra economia, è stato ridotto di 4,5 miliardi. Questo avviene proprio mentre il settore attraversa un’importante trasformazione”.

L’automotive è senza dubbio il comparto industriale che più sta soffrendo. Il disimpegno di Stellantis e le difficoltà crescenti delle grandi case automobilistiche europee stanno provocando un’ondata di chiusure, licenziamenti e ammortizzatori sociali come mai nella storia italiana. Ma a soffrire sono anche l’industria cartaria, il mondo bancario, la grande distribuzione, i call center. La Cgil ne parla, ne parlano le piazze che si riempiono di proteste, ma il governo si gira dall’altra parte.

Industria

Nuove giornate di cassa integrazione negli stabilimenti Stellantis. In quello di Pomigliano d’Arco, le linee di produzione della Panda si fermeranno per nove giorni non consecutivi (11, 14, 15, 18, 21, 22, 25, 28 e 29 novembre). A Termoli, la linea Fire sarà sospesa per quasi tre settimane, dall’11 novembre al 1° dicembre, mentre le linee Gme, Gse e V6 si fermeranno per quattro giornate (11, 15, 18 e 22 novembre); la linea Gse, inoltre, sarà ferma anche dal 25 novembre al 1° dicembre. “Queste misure – ha spiegato l’azienda – sono necessarie per adeguare la produzione alle attuali condizioni di mercato e per garantire una gestione efficiente delle risorse”.

Torna la cassa integrazione ordinaria alla Pininfarina di Cambiano (Torino). L’azienda del gruppo indiano Mahindra, attiva nel settore delle carrozzerie per automobili, ha deciso di ricorrere all'ammortizzatore sociale per 60 (su 260) dipendenti. Il periodo va dal 1° ottobre al 21 dicembre. A motivare la decisione, il calo degli ordinativi provocati dall’attuale difficoltà del mercato europeo. “A soffrire di più – spiegano i sindacati – sono i reparti di stile e quelli legati alla modellazione. L’azienda, inoltre, sta risentendo i contraccolpi della flessione nell'automotive delle aziende tedesche”.

Il 10 ottobre la multinazionale svizzera Bystronic Automation Technology, attiva nella progettazione e produzione di macchine di automazione industriale, ha annunciato il licenziamento di 150 lavoratori, a causa della cessazione dell’attività negli stabilimenti di San Giuliano Milanese e Fizzonasco di Pieve Emanuele (entrambi in provincia di Milano). Fiom: “I licenziamenti vanno ritirati, dall’azienda solo cinismo e malafede”. I sindacati hanno anche denunciato al Tribunale del lavoro di Milano la società per attività antisindacale (l’udienza che è fissata per il 14 novembre): qualora l’istanza venisse accolta, a quel punto la procedura in corso verrebbe annullata.

Giovedì 17 ottobre la Berco, azienda del gruppo ThyssenKrupp e produttrice di sottocarri per macchine movimento terra, ha comunicato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo nello stabilimento di Copparo (Ferrara) per 480 addetti (su complessivi 1.220), motivando la decisione con una riduzione degli ordini del 30%, con conseguente calo del fatturato. Immediata la replica di lavoratori e sindacati, che venerdì 8 novembre hanno dato vita a una grande manifestazione. Il prossimo incontro presso il ministero delle Imprese è in calendario per oggi (giovedì 14 novembre).

Cassa integrazione anche alla Tcn Vehicles di Alba (Cuneo). L’azienda, specializzata nella lavorazione meccanica e nell'assemblaggio di componenti in alluminio ad alta tecnologia per l’automotive, ha annunciato l’avvio di nove settimane di ammortizzatore sociale, fra ottobre e novembre, con riduzione dei giorni lavorati al 50 per cento. “La procedura – spiega la Fiom Cgil – è stata necessaria alla luce di un calo drastico degli ordinativi, piuttosto improvviso e legato di certo alla crisi del settore”.

Ammortizzatori sociali e uscite volontarie incentivate. Questo l’esito della vertenza della Denso Thermal Systems di Poirino (Torino), impresa specializzata nella produzione di sistemi di condizionamento per auto. All’inizio di ottobre la multinazionale giapponese aveva annunciato 150 esuberi su 700 lavoratori. Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil hanno dunque sottoscritto un’intesa che prevede 142 uscite volontarie, con incentivi all'esodo fino a un massimo di 24 mensilità, un'integrazione di 30 mila euro e l'accesso alla Naspi. Per tutti gli altri lavoratori nel 2025 entrerà in vigore un contratto di solidarietà di 12 mesi.

Ci sono voluti due mesi di trattative per un arrivare a un accordo. La società, in agosto, a causa della contrazione delle commesse provenienti dall’ex Fiat e dell’aumento dei costi di produzione, aveva aperto la procedura per 30 licenziamenti. Il 18 ottobre scorso sindacati e Fionda, storica azienda di Frosinone dell’indotto Stellantis (attiva nelle lavorazioni di qualità per le Maserati Grecale prodotte nello stabilimento di Cassino), hanno siglato un’intesa presso la Regione Lazio per l’utilizzo degli ammortizzatori sociali (a rotazione) per i 93 dipendenti.

Cassa integrazione ordinaria di 13 settimane per i 60 lavoratori della Cebi Italia di Borgo San Giovanni (Lodi). L’azienda, attiva nella componentistica auto, è fornitrice dello stabilimento Stellantis di Pomigliano d’Arco (Napoli), anch’esso sottoposto a riduzione di produzione nell’ambito del calo di volumi del mercato automotive in Italia e in Europa. L’ammortizzatore sociale, richiesto per una contrazione dei volumi lavorati in conseguenza delle difficoltà del settore, sarà applicato per uno-due giorni a settimana (secondo le esigenze) a rotazione.

ll 29 ottobre scorso la LFoundry di Avezzano (L’Aquila), storica azienda produttrice di dispositivi elettronici integrati a semiconduttore (microchip) per l’automotive, ha annunciato di voler terminare, a partire dal 1° gennaio, il rapporto di lavoro con 134 dipendenti in somministrazione a tempo indeterminato. Nel medesimo incontro ha anche comunicato l’intenzione di esternalizzare il servizio di help desk. Fermamente contrari i sindacati, che hanno dichiarato un pacchetto di 22 ore di sciopero, spalmate nelle giornate dal 31 ottobre all’11 novembre.

Nuova cassa integrazione ordinaria per i 59 dipendenti della Condevo di Marudo e Vidardo (entrambi in provincia di Lodi). La società, produttrice di scambiatori di calore per caldaie a condensazione, ha avviato l’ammortizzatore sociale il 21 ottobre scorso, la durata è di 13 settimane (fino a febbraio). Nel 2023 l’impresa aveva fatto ampio ricorso alla cassa integrazione, nell’agosto scorso aveva concluso la procedura di licenziamento collettivo (aperta nel gennaio 2024) per 34 addetti.

Siglato il 14 ottobre il contratto di solidarietà per i 146 dipendenti della Ac Boilers (meglio nota come ex Ansaldo Caldaie) di Gioia del Colle (Bari), con scadenza al 30 settembre 2025. La firma arriva dopo una serie di incontri susseguitisi a quello presso il ministero delle Imprese del 19 settembre, dove è attivo un tavolo nazionale sul gruppo Sofinter. “Scongiurate scelte traumatiche”, commentano Fiom Cgil e Fim Cisl: “Attendiamo ora la presentazione del piano industriale, che dovrà contenere la missione produttiva dello stabilimento”.

Giovedì 17 ottobre la multinazionale svedese Electrolux ha siglato a Mestre (Venezia) un accordo quadro sull’utilizzo dei contratti di solidarietà, allo scopo di fronteggiare il notevole decremento del mercato. La misura riguarda i lavoratori degli stabilimenti di Solaro (Milano), Porcia (Pordenone), Forlì e Cerreto d’Esi (Ancona), coinvolgendo 2.127 addetti (su 4.502 totali). L’ammortizzatore sociale scatterà tra la fine del 2024 e l’inizio del 2025, durando (secondo gli stabilimenti) da nove a 12 mesi. Sindacati: “Intesa soddisfacente, ma il governo deve insediare il tavolo di settore”.

“Arrogante e sfrontata”. Così Fiom Cgil e Fim Cisl di Verona definiscono la Sunlight european battery assembly (Seba) di Colognola ai Colli, multinazionale greca specializzata in soluzioni di accumulo di energia, che il 7 novembre ha comunicato l’apertura della procedura di licenziamento collettivo per cessazione dell’attività che coinvolge 78 lavoratori. Immediata la protesta, con sciopero e presidi il 12 novembre. L’intenzione della società è di trasferire l’asset produttivo in Germania, dove possiede già alcuni stabilimenti, in modo da essere più vicina ai clienti chiave tedeschi che generano oltre il 56 per cento del fatturato.

Ritirati i licenziamenti collettivi alla Regal Rexnord di Masi Torello (Ferrara). Il 7 ottobre scorso la multinazionale statunitense aveva annunciato la chiusura dell’impianto (77 dipendenti) dove si fabbricano componenti meccaniche per l’industria. L’intesa, siglata il 4 novembre, prevede che la piena occupazione fino al 28 febbraio 2025. Nel frattempo, si cercherà un investitore disposto a far ripartire l’attività rilevando l’intero sito. Dopo l’entrata in vigore della prossima legge di stabilità, Regal Rexnord richiederà la cassa integrazione per cessazione (fino al 31 dicembre 2025). L’azienda metterà anche a disposizione 2,8 milioni di euro per favorire l’esodo incentivato volontario dei lavoratori.

La Meneghetti di Rosà (Vicenza), operante nella produzione di elettrodomestici sia conto terzi sia con marchio proprio (Fulgor), ha annunciato 40 licenziamenti (su 194 dipendenti, cui si aggiungono 18 addetti in staff leasing). Immediata la protesta, con sciopero e presidio davanti alla Regione Veneto. Sindacati: “Nonostante le nostre ripetute richieste di attivare gli ammortizzatori sociali e di promuovere percorsi di formazione, l'azienda ha preferito ignorare le nostre istanze, optando per una strada che mette a rischio il futuro di decine di famiglie”.

Firmato il 26 ottobre l’accordo tra la Laika di San Casciano in Val di Pesa (Firenze) e i sindacati (Fiom Cgil e Fim Cisl) sulla cassa integrazione. L’ammortizzatore sociale inizierà il 27 novembre e si concluderà il 24 dicembre. A motivare la decisione della nota azienda produttrice di camper e caravan, il forte calo (del 20%) dei mezzi da produrre per il 2025-2026. Fiom: “Nell’accordo c’è anche un’integrazione dello stipendio sul salario perso. Inoltre nelle giornate del 25 e 26 novembre verrà fatta una formazione retribuita al cento per cento, quindi tutti i lavoratori saranno a stipendio pieno e non sotto ammortizzatori sociali”.

Accordo raggiunto il 26 ottobre tra Elic e sindacati (Fiom Cgil e Fim Cisl) riguardo la chiusura dello stabilimento di Fontanafredda (Pordenone). La società del gruppo Ferroli, attiva nella fabbricazione di attrezzature di uso non domestico per la refrigerazione e la ventilazione, aveva annunciato il trasferimento nel 2025 della produzione nell’impianto di Verona a causa di un considerevole calo del fatturato. Ai 33 dipendenti che dal 1° gennaio prossimo perderanno il lavoro saranno destinati incentivi all’esodo, per una somma pari a 25 mila euro.

Tessile, arredamento, cartaria e chimica

I licenziamenti non si potranno evitare, ma saranno su base volontaria. Questo l’accordo raggiunto l’11 ottobre tra sindacati Filctem Cgil, Femca Cisl, Uiltec Uil e Borsalino, storica azienda di cappelli in feltro, per i 109 dipendenti dello stabilimento di Spinetta Marengo (Alessandria). A motivare la decisione aziendale, le forti oscillazioni di mercato e l’aumento dei costi delle materie prime. La procedura di licenziamento collettivo resterà aperta fino al 28 febbraio 2025. Sindacati: “Ora è necessario presentare un piano di rilancio”.

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Acque agitate in Conbipel, storica catena di negozi per abbigliamento. Nell’incontro al ministero delle Imprese del 28 ottobre scorso l’azienda, rilevata dall’amministrazione straordinaria nel luglio 2022 da Btx italian retail and brands, non ha rassicurato sindacati e istituzioni sulle proprie prospettive e sul futuro dei 1.300 dipendenti. “L’azienda ha chiesto e ottenuto dal Tribunale di Asti la composizione negoziata di crisi”, spiega la Filcams Cgil nazionale: “L’intenzione della società è quella di chiudere 50 negozi entro il 2025. Questo non deve accadere, ci opporremo fermamente”.

Sono iniziate il 4 novembre scorso le 13 settimane di cassa integrazione ordinaria alla Fratelli Guzzini di Recanati (Macerata), nota azienda leader nella produzione di articoli di design per la casa in materie plastiche. A motivare la decisione, le tensioni geopolitiche, gli alti costi energetici e il forte rallentamento degli ordinativi. I dipendenti coinvolti sono 60 (di cui 50 operai e 10 impiegati). L’assemblea dei lavoratori ha dato mandato a Filctem Cgil e Femca Cisl di “proseguire il confronto con l’azienda per monitorare l’utilizzo della cassa integrazione a orario settimanale ridotto e verificare l’andamento produttivo”.

Si è concluso il 31 ottobre il tavolo di negoziati sindacali e istituzionali finalizzati a evitare i licenziamenti collettivi in Natuzzi (1.800 addetti). Sono stati sottoscritti due protocolli d'intesa: il primo riguarda il piano industriale 2025-2029, ed è propedeutico al secondo, che proroga l’utilizzo del contratto di solidarietà sino al 31 dicembre 2024 per le maestranze dei siti Jesce-Santeramo, Jesce-Matera, La Martella e Laterza, mentre per Altamura e Santeramo in Colle è ancora in essere la cassa integrazione straordinaria.

La crisi dell’industria cartaria travolge anche la Tiber di Brescia. A fine agosto la storica azienda grafica della famiglia Becchetti, specializzata nella stampa offset e roto offset di riviste, cataloghi, libri e volantini, aveva annunciato la chiusura dello stabilimento e l’avvio della procedura di mobilità per 49 lavoratori. Il 23 ottobre impresa e sindacati (Slc Cgil, Fistel Cisl e Uilcom Uil) hanno sottoscritto un accordo che prevede un anno di cassa integrazione straordinaria e un incentivo all'esodo su base volontaria.

Il gruppo Fedrigoni ha annunciato il 3 ottobre scorso la liquidazione della società Giano entro il 31 dicembre, con il conseguente licenziamento di 195 dipendenti degli stabilimenti di Fabriano e Rocchetta (entrambi in provincia di Ancona), specializzati nella produzione di carta per ufficio. Sindacati e istituzioni chiedono il posticipo della decisione per valutare soluzioni alternative (come l’acquisizione da parte di privati o del Poligrafico dello Stato), proposta finora rifiutata dal gruppo che invece si è detto disponibile a valutare possibili ricollocazioni sia nelle Marche sia negli impianti in Nord Italia. Il prossimo incontro è previsto per il 14 novembre.

Il ministero del Lavoro ha dato l’autorizzazione per la cassa integrazione straordinaria ai 15 dipendenti della Isoltesino di Pieve Tesino (Trento),, azienda specializzata nella produzione e commercializzazione di materiali in gomma vulcanizzata, che il 17 settembre ha cessato l'attività. L’ammortizzatore sociale va dal 18 settembre al 31 dicembre. Gli ex addetti intanto saranno coinvolti in un percorso di reinserimento sul mercato del lavoro. L’azienda, nata poco più di due anni fa, nel 2023 aveva già attivato un contratto di solidarietà allo scopo di evitare nove licenziamenti.

Martedì 1° ottobre la Favorit, azienda leader nella produzione di cancelleria, controllata dalla francese Hamelin, ha comunicato la decisione del gruppo di chiudere lo stabilimento di Tito Scalo (Potenza) che impiega attualmente 41 addetti. Immediata la protesta dei lavoratori, con giornate di sciopero e presidio permanente. Sindacati: “Il gruppo produce utili importanti, ma ha deciso di concentrare la propria attività in altri impianti: è l’ennesimo caso di una multinazionale non italiana che decide di delocalizzare e abbandonare il nostro Paese”.

Alimentare, credito, commercio e servizi

Accordo raggiunto il 17 ottobre tra sindacati e Unicredit su esodi volontari e incentivati, ricambio generazionale e riqualificazione. La procedura di efficientamenti, inizialmente prevista per 1.600 unità, è stata ridimensionata a 1.000 (di cui circa 270 sospesi relativi al precedente accordo). Previste anche 500 assunzioni, cui si aggiungono ulteriori 250 nuovi ingressi per il cosiddetto turn over. Fisac Cgil: “Con l'intesa raggiungiamo sul fronte dell'occupazione un tasso di sostituzione complessivo del 75%, oltre il 67% dei precedenti accordi”.

Ricambio generazionale in Intesa Sanpaolo (65 mila dipendenti) con 2 mila assunzioni a tempo pieno a fronte di 4 mila uscite, da gestire con prepensionamenti volontari attraverso il Fondo di solidarietà. Questo l’accordo firmato il 23 ottobre con i sindacati, previsto anche l'ingresso di ulteriori 1.500 persone con contratto “ibrido” a supporto delle filiali e la stabilizzazione di 50 lavoratori. Fisac Cgil: “Abbiamo raggiunto il duplice scopo di venire incontro alla richiesta di uscita avanzata da molti colleghi e di creare un numero consistente di posti di lavoro a tempo indeterminato”.

La Barry Callebaut, tra le maggiori aziende mondiali nella produzione di specialità di cioccolato, ha confermato la chiusura dello stabilimento di Verbania annunciata il 5 settembre scorso. Nell’incontro che si è tenuto il 31 ottobre la multinazionale belga ha solo concesso lo slittamento della dismissione di tre mesi (da marzo a fine giugno 2025), ribadendo il conseguente licenziamento dei 118 dipendenti. L’azienda ha anche incaricato la società milanese Vertus, specializzata in trasformazioni industriali, di cercare un possibile acquirente. Un nuovo incontro è in agenda per il 26 novembre.

Il ridimensionamento drastico dei volumi da parte del committente Tim, sta mettendo in fortissima difficoltà la Callmat di Matera. Lunedì 4 novembre il call center di Matera ha infatti annunciato 129 esuberi nell'immediato (su 400 addetti complessivi), con aggiunta, in seguito a un ulteriore calo previsto a gennaio, di altre 100 unità e con probabilità di chiusura dell'intero nel corso del 2025 qualora la situazione non dovesse modificarsi. Attualmente sono in corso trattative per l’adozione degli ammortizzatori sociali.

Sottoscritto ai primi di novembre l’accordo tra l'azienda di ristorazione Sodexo e i sindacati per l’attivazione di otto settimane di ammortizzatore sociale per gli otto lavoratori della mensa dell’azienda di telecomunicazioni Flex di Trieste. Il servizio è stato disdetto da Flex in seguito alla chiusura di un’importante commessa da parte di Nokia. Filcams Cgil: “La crisi di Flex mette a rischio il futuro di numerosi lavoratori, servono soluzioni di lungo periodo che prevedano la salvaguardia di tutte le aziende in appalto”.

Confermati i 44 licenziamenti di lavoratori italiani annunciati in ottobre nella base Usaf di Aviano (Pordenone). Gli esuberi riguardano il personale civile addetto all'area commerciale e all'ufficio paghe dall’Aafes (Army and air force exchange service). Le prime uscite sono previste per marzo, altre 29 posizioni sono “sotto osservazione”. Vibrante è la protesta dei sindacati che sottolineano come “l'esternalizzazione dei servizi non sia prevista dagli accordi. La riduzione del personale è possibile solo per chiusura o mancanza di fondi, invece in questo caso si va a pagare un servizio all'esterno”.

Il gigante francese dei supermercati Carrefour ha annunciato alla fine di ottobre il licenziamento di 90 lavoratori in Piemonte, precisamente nei punti vendita di Grugliasco, Moncalieri, Nichelino, Collegno e Burolo (tutti in provincia di Torino). Il personale è in grande maggioranza femminile, con un’età media di 50-55 anni, già in cassa integrazione da nove mesi. Il taglio coinvolgerebbe il 10 per cento della forza lavoro in ciascuno dei cinque ipermercati. Fortemente contrari i sindacati, per metà novembre è in calendario un incontro tra management aziendale e organizzazioni dei lavoratori.