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In Liguria si pagano più pensioni che stipendi. “È un dato disarmante nonostante la narrazione che tutto va bene”, è il commento della Cgil regionale sul quadro emerso dai numeri resi noti dalla Cgia di Mestre.
Incidere sul divario tra pensioni e salari, è la ricetta avanzata dalla segreteria regionale della Cgil, in particolare su due fattori centrali: “quello demografico che contiene un dato positivo, il fatto che si vive di più, e uno negativo, che si fanno meno figli. E quello economico e del lavoro: i pochi giovani liguri scappano da una terra che offre poche opportunità, si sta terziarizzando e deindustrializzando, ha livelli infrastrutturali insoddisfacenti rispetto alle esigenze territoriali e produttive, ha un welfare che si sta riducendo a danno soprattutto dei fragili e delle famiglie, con livelli alti del costo della vita a fronte di salari bassi, di forte precarietà e di indici alti di povertà”.
Non è un caso che diversi articoli di stampa paragonino i dati liguri a quelli di alcune regioni del Sud. Questa indagine, scrive il sindacato, “rafforza le ragioni dei referendum della Cgil per avere stabilità e sicurezza sul lavoro e combattere la precarietà e di quello su cui adesso, insieme a uno schieramento ampio, la Cgil sta raccogliendo le firme per bloccare lo Sfascia Italia con la legge sull'autonomia differenziata che produrrebbe una rottura ancora più forte dei diritti costituzionali, della solidarietà nazionale e sarebbe, per una regione come la Liguria, con i noti dati sull'invecchiamento, il colpo finale sulle capacità produttive, economiche e salariali e sulla sanità e sui servizi sociali. Su questi temi – si conclude la nota – si dovrebbe ragionare per non sprecare una occasione democratica importante per la regione come quella delle prossime elezioni”.