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"Da sempre, denunciamo il persistere nel nostro Paese di un’emergenza legata agli infortuni e alle morti sul lavoro. Per questa ragione, abbiamo deciso come Cgil Emilia-Romagna di dotarci di un Osservatorio permanente sugli infortuni e sulle malattie professionali in Emilia-Romagna. Attraverso i dati resi disponibili dall’Inail, vogliamo così monitorare costantemente e denunciare quanto avviene nella nostra Regione riguardo alla sicurezza dei luoghi di lavoro". Così la Cgil dell'Emilia Romagna in un comunicato.
Nel periodo gennaio-dicembre 2021 l'Osservatorio registra: 74.066 infortuni denunciati (+9,2% rispetto ai 67.816 del 2020); 110 denunce d'infortunio con esito mortale (-7,6% rispetto alle 119 del 2020);5.578 malattie professionali denunciate (+34,9% rispetto alle 4.136 del 2020). I settori che nel 2021 hanno registrato il numero maggiore di morti sul lavoro in Emilia-Romagna sono: trasporto e magazzinaggio (20 infortuni mortali denunciati); costruzioni (18); agricoltura (8); commercio e riparazione (8); metallurgia e fabbricazione di prodotti in metallo (5); industrie alimentari (4); fabbricazione di altri macchinari (6).
"Dopo un 2020 drammatico, il 2021 ha rappresentato il tentativo di agganciare la ripresa economica dopo le restrizioni dovute alla pandemia. Purtroppo, però, registriamo un nuovo aumento degli infortuni sul lavoro, che colpiscono in maniera più dura le lavoratrici e i lavoratori dei settori più fragili ed esposti (donne, migranti, precari, il sistema degli appalti e dei subappalti). Basta osservare i dati dei settori in cui si registrano il maggior numero di denunce d'infortunio: 5.391 denunce nella sanità (in cui si evidenziano gli effetti del Covid-19), 4.925 denunce nel commercio, 4.273 denunce nel settore del trasporto e magazzinaggio, 3.867 denunce nel settore delle costruzioni, 3.700 denunce in agricoltura e agroindustria", rileva il sindacato.
"I dati consegnano un imperativo: il tema della tutela della salute e della sicurezza nei luoghi di lavoro deve tornare a essere una priorità assoluta per le istituzioni a tutti i livelli. Nel 2021 in Italia hanno perso la vita sul lavoro 1.221 lavoratrici e lavoratori (una media di più di tre al giorno), dei quali 110 in Emilia Romagna. Una strage insopportabile. Chiediamo, quindi, con forza investimenti sulla prevenzione, sul rafforzamento dei controlli e degli organismi ispettivi, sulla formazione, sulla partecipazione delle lavoratrici e dei lavoratori alla definizione dei modelli organizzativi che garantiscano la loro sicurezza", aggiunge la Cgil regionale.
"C’è un legame indissolubile tra la tutela della salute e della sicurezza sul lavoro e la buona occupazione. Dove, al contrario, persistono fenomeni di sfruttamento, precarietà e illegalità, maggiore è il rischio d'infortuni e morti sul lavoro. Per queste ragioni, continuiamo a rivendicare più formazione – a partire dalle scuole e per ogni lavoratore e lavoratrice che comincia la sua attività in ogni luogo di lavoro -, più prevenzione, più controlli e sanzioni (nel quadro di una nuova stagione legislativa), più agibilità sindacali perché il sindacato e la contrattazione sono il primo antidoto contro le violazioni delle norme a tutela della salute e della sicurezza di lavoratrici e lavoratori", conclude la nota sindacale.