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Il fondo automotive, istituito dal precedente governo a sostegno del settore, sta praticamente per scomparire. L’esecutivo guidato da Meloni, infatti, ha inserito nella prossima manovra finanziaria il taglio di 4,6 miliardi di euro, pari all’80 per cento delle risorse previste. Una scelta che sta trovando la ferma contrarietà delle segreterie nazionali di Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil.
“In un momento in cui l’intero comparto automotive – spiegano i segretari generali Michele De Palma, Ferdinando Uliano e Rocco Palombella – si trova in una fase di profonda trasformazione e crisi, risulta fondamentale un forte sostegno per garantire la competitività del settore, la difesa dell’occupazione e l’innovazione tecnologica, indispensabile per affrontare le sfide del futuro”.
I leader sindacali evidenziano che così “si ignorano un intero settore e le richieste di oltre 20 mila lavoratori, che lo scorso 18 ottobre hanno partecipato allo sciopero nazionale e alla manifestazione di Roma per chiedere un supporto concreto. Questa mobilitazione, anziché trovare ascolto e risposte positive, è stata seguita da un provvedimento che va nella direzione opposta a quella auspicata, mettendo a rischio il futuro di migliaia di famiglie e la sopravvivenza di una filiera strategica per il Paese”.
Fiom, Fim e Uilm chiedono dunque che “i 5,8 miliardi del fondo dell’auto vengano non solo ripristinati, ma anche incrementati, in linea con le necessità attuali e con quanto si dovrà ottenere anche a livello europeo, per sostenere una giusta transizione ecologica e occupazionale”.
De Palma, Uliano e Palombella, in conclusione, ribadiscono “l’urgenza di una convocazione ufficiale da parte della presidenza del Consiglio, con la partecipazione delle segreterie sindacali, dei vertici di Stellantis e delle aziende della componentistica, affinché si possa discutere insieme delle misure necessarie per salvaguardare l’industria automobilistica italiana e i suoi lavoratori”.