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Il proprietario della Nutella e dei Ferrero Rocher – Giovanni Ferrero – è il più ricco in Italia, tra i dieci più ricchi d’Europa e la trentaseiesima persona più facoltosa al mondo. Dal 2020 ad oggi il suo patrimonio è cresciuto di 10 miliardi di dollari.
Segue il famoso stilista Giorgio Armani, 6,9 miliardi di dollari. Subito a ruota l’ex presidente del Consiglio, Silvio Berlusconi, con un patrimonio di 6,4 miliardi. In quarta posizione una donna, Massimiliana Landini Aleotti, 5,1 miliardi, proprietaria dell’azienda farmaceutica Menarini con sede centrale a Firenze.
Al quinto posto troviamo la casa di automobili di lusso Ferrari, con l’imprenditore Piero Ferrari (4,8 miliardi). Segue la coppia di amministratori delegati della casa di moda Prada Patrizio Bertelli e Miuccia Prada, entrambi con un patrimonio di 4,5 miliardi. Poi la famiglia produttrice di elettrodomestici Giuseppe De’ Longhi, 4 miliardi, il produttore del liquore Campari, Luca Garavoglia, 4 miliardi, e in decima posizione troviamo i fratelli Augusto e Giorgio Perfetti (3,9 miliardi) produttori di dolciumi come Ferrero.
E i lavoratori?
A fronte di questi dati l’Italia è l’unico dei 36 paesi Ocse in cui c’è stata una riduzione del salario medio tra il 1990 e il 2020 di circa tre punti percentuali. Per capire la straordinarietà (in negativo) di questo dato, basta dire che nello stesso periodo le retribuzioni in Corea del Sud sono aumentate del 90%, in Irlanda dell’85, negli Stati Uniti di quasi il 50 e in Gran Bretagna di poco meno.
Il recente rapporto globale dell'Oil ha registrato una tendenza all’erosione di lungo periodo dei salari reali in Italia. L’impatto prima della pandemia e adesso dell’inflazione sono le cause che spingono il nostro Paese in fondo a ogni classifica, globale o europea, dove si rendiconti lo stato di salute e la capacità di acquisto dei redditi da lavoro. Solo una magra consolazione il fatto che i patrimoni complessivi dei ricconi italiani sono diminuiti a 161 miliardi di dollari, nel 2021 erano 211 miliardi.