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Prendi un gruppo di lavoratori stranieri. Sfruttali. Mettili in cassa, non pagarli. Quando protestano licenziali. Se vuoi puoi perché tanto anche quando alzeranno la voce, non li ascolterà nessuno. Hanno osato chiederti una cosa legittima: lo straordinario. 50mila euro in tutto per una decina di operai di origini pakistane. Ma tu sei un padrone. E li butti fuori dal giro dei tuoi subappalti d'oro per costruire navi di lusso. Disoccupati. Dall'oggi al domani. E adesso a rischio espulsione perché la burocrazia è burocrazia e anche se sei tu quello che ha torto, loro senza lavoro rischiano di perdere anche il permesso di soggiorno. Storie vere di un'Italia tutta da rifare.
È accaduto a Massa alla Msmc srl. I lavoratori, addetti a verniciatura, resinatura, stuccatura di scafi per la ditta che ha preso il sub-appalto dalla modelleria Aquila, appaltatrice di Azimut Benetti, dicono di aver ricevuto un messaggio whatsapp che li invitava a non presentarsi più in cantiere, il lavoro dato ad altri perché loro avevano reclamato il pagamento degli straordinari.
"Si parla di 80/100 ore al mese non riconosciute in busta paga - ha denunciato Massimo Braccini intervistato dal Tirreno - Noi abbiamo inoltrato le richieste di pagamento delle somme dovute alle ditte: da chi è detentore dell'appalto fino al committente. Poi ovviamente ho provato a contattare Azimut Benetti. Ho fatto presente che il lavoro che questi ragazzi svolgevano era per loro, per una loro ditta appaltatrice e li ho sollecitati a trovare una soluzione, ma ancora non si è mosso nulla: questi operai non hanno ricevuto né soldi né altre proposte di lavoro". Ora il dramma è che se entro maggio non arriveranno risposte per alcuni di loro arriverà anche l'espulsione dall'Italia. Ma il messaggio intollerabile è un altro ossia che a pagare sia chi denuncia un sopruso, non chi lo commette.